R. & P.
L’inizio dell’anno scolastico rappresenta per studenti, famiglie e operatori scolastici, una nuova tappa del processo educativo che dovrebbe portare alla formazione dei cittadini del futuro.
La scuola, infatti, palestra di cultura per antonomasia, è formazione, crescita, nonché luogo di valori e rappresenta l’elemento indispensabile per lo sviluppo futuro della società, favorendo ed incentivando la conoscenza, l’apprendimento, il confronto e sviluppando sempre più la coscienza civica dei giovani.
Compito delle Istituzioni sarebbe quello di garantire il diritto allo studio a tutti e la sicurezza delle infrastrutture.
Il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “G. Mazzini” di Locri, la più grande scuola della fascia Jonica reggina, da alcuni anni si vede costretta a cercare soluzioni alternative per permettere ai suoi circa 1140 studenti di frequentare regolarmente le lezioni.
Nell’ultimo triennio il Liceo ha registrato un notevole incremento della popolazione scolastica passando da 869 alunni a circa 1140,come sopra evidenziato, per un totale di 50 classi.
La capienza massima della struttura sita in Corso Matteotti, 23 è pari a 38 aule.
Se a ciò si aggiunge che, presumibilmente dal mese di novembre dovrebbero iniziare lavori di prevenzione e messa in sicurezza in varie parti dello stabile da parte della Città Metropolitana e che dovranno, necessariamente, essere effettuati in assenza di alunni, si comprende che verranno ridotti ulteriormente gli spazi disponibili.
Nell’anno scolastico 2018/19,per sopperire alla mancanza di locali e arredi è stato attivato il progetto DADA, che prevedeva la rotazione delle classi ogni ora, con l’utilizzo forzato di tutti gli spazi disponibili: biblioteca, palestra, laboratori e aule tematiche.
L’ulteriore aumento delle classi per l’anno scolastico 2019/20 non permette, però, la continuazione del progetto.
La situazione è stata più volte segnalata al sindaco della città di Locri, al sindaco metropolitano e al consigliere delegato, i quali hanno provveduto ad attivare dei tavoli tecnici ai quali hanno preso parte i dirigenti scolastici degli Istituti Superiori di Locri e Siderno e i dirigenti dei Settori di riferimento della Città Metropolitana di RC.
Nonostante la disponibilità resa da dette Istituzioni, il problema persiste nella sua elevatissima criticità e non è stata trovata, ad oggi, una soluzione (se non quella della disponibilità di sole cinque aule al Marconi di Siderno che non risolverebbero per nulla la situazione).
Al fine di evitare che al suono della prima campanella circa 300 alunni si ritrovino senza aule, privati del
diritto allo studio (costituzionalmente garantito), con conseguente disagio anche per le famiglie, la scuola ha attuato la settimana corta con il giorno libero alternato per alunni e docenti (non tutte le classi saranno libere il sabato, come in passato, ma un giorno della settimana, a turno).
Tale situazione dovrebbe sbloccarsi nel mese di ottobre quando, in seguito al trasferimento presso una nuova sede di un’altra istituzione scolastica, si dovrebbero liberare delle aule da destinare al Liceo.
Se ciò non dovesse verificarsi, il Mazzini si vedrebbe costretto a non svolgere, per quanto concerne le iscrizioni all’anno scolastico 2019/20, alcuna attività di orientamento e valutare, insieme agli organismi competenti, se e quanti alunni accettare.
Si auspica una maggiore attenzione e un più forte investimento nelle politiche scolastiche da parte dello Stato.
Gli studenti e gli operatori della scuola hanno diritto ad ambienti di lavoro sani, sicuri, spaziosi, dignitosi e adatti alle sfide didattico – formative cui sono chiamati a rispondere.
fonte:telemia