Le deliranti e patetiche dichiarazioni rilasciate dal Sindaco contro il gruppo di opposizione consiliare, nel maldestro tentativo di riparare alla folle e imbarazzante iniziativa tesa ad offrire una ricompensa per individuare il giovane writer, ci pone di fronte ad una situazione di incompatibilità istituzionale. Infatti, da un lato Calabrese ridicolizza forze dell’ordine e magistratura, dall’altro, sostituendosi alle stesse, individua i mandanti delle scritte offensive in coloro che da anni si oppongono alla sua guida alla “Cetto la Qualunque” del Comune di Locri.
E’ fin troppo evidente che il Sindaco, ben consapevole che dietro le scritte c’è solo un disagio sociale manifestato in modo offensivo, trova gioco facile a rendersi paladino pro-tempore della lotta alla criminalità; senza darsi limiti nel ridicolizzare tutto e tutti, soprattutto coloro i quali dispiegano una forte attività di contrasto alla illegalità, alla corruzione, concussione, al peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, allo stalkeraggio contro i dipendenti, all’affidamento dei lavori pubblici senza alcuna regola, alla consumazione di tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e, contro coloro che l’azione di contrasto alla criminalità organizzata –quella vera- quella che opera nel settore degli appalti pubblici, delle estorsioni, dell’ usura, che si infiltra nella pubblica amministrazione, cioè i Carabinieri e la Magistratura, lo fanno sul serio.
Ci tenta, da par suo, Calabrese ad improvvisarsi paladino (senza successo nemmeno con la sua giunta che si trova in forte imbarazzo) di una battaglia contro se stesso.
Quasi come se Cicciolina istruisse le verginelle a mantenersi illibate.
Considerata la gravità delle dichiarazioni e l’evidente tratto patologico di sdoppiamento della personalità, sarebbe necessario un intervento urgente del Prefetto per verificare le condizioni di compatibilità dell’uomo con quelle del ruolo di Sindaco.
Se anche il terzo Prefetto dimostrerà disinteresse nei confronti della Città e della sua deriva democratica-istituzionale, allora per il futuro ci dovremmo aspettare di tutto. Calabrese, come Caligola e Nerone, dapprima si autoproclamerà imperatore nominando suo vice non un cavallo ma un somaro e, successivamente, brucerà la città. Prima, però, cercherà di eliminare gli avversari di questo folle progetto: Forze dell’Ordine e opposizione consiliare.
Pino Mammoliti
telemia.it