R. e P.
Con la nomina del nuovo commissario per il piano di rientro, nella persona del Prefetto Guido Longo, e con il nuovo Decreto Calabria approvato dal Consiglio dei Ministri, in questi giorni al vaglio del Parlamento per essere trasformato in legge, si apre per la Sanità calabrese uno scenario nuovo, con un “uomo delle Istituzioni” a difesa della legalità, come lo ha definito il premier Conte, ed uno strumento legislativo che introduce elementi di novità rispetto al precedente, rafforzando i poteri del commissario ad acta. I compiti affidati rimangono gli stessi, da una parte il piano per l’emergenza Covid, dall’altra la prosecuzione del piano di rientro. Adesso ci si aspetta che, per la nomina della struttura commissariale a supporto, i tempi siano molto più brevi di quelli che hanno caratterizzato la scelta del nuovo Commissario e, soprattutto, che i dirigenti che ne faranno parte siano individuati tra figure professionali capaci e competenti, anche al di fuori dell’apparato burocratico regionale. Se vogliamo che ci sia un vero cambiamento, occorre mettere da parte chi, approfittando della manifesta inadeguatezza dei vertici, ha continuato a gestire la Sanità pubblica calabrese per interessi diversi da quelli dei cittadini. In questo nuovo scenario, prioritaria è, pertanto, nell’ambito delle finalità che sono state assegnate al Commissario, una complessiva riorganizzazione di tutto il sistema, con il supporto di professionisti capaci di gestire il processo di pianificazione attraverso programmi operativi che indichino, quanto più possibile, i risultati da perseguire, in termini soprattutto di impatto sui cittadini e sui territori. Certamente, tra i tanti calabresi che hanno a cuore le sorti della nostra regione, non mancano le professionalità all’altezza del compito. La scelta del Prefetto Longo, sul piano della legalità e delle capacità maturate nel ruolo di rappresentante del Governo a livello locale, è sicuramente una garanzia, ma crediamo che non sia sufficiente. A nostro modesto avviso, la componente professionale, che verrà indicata a supporto del Commissario, sarà determinante per raggiungere gli obiettivi prefissati. In questi mesi, abbiamo avuto modo di conoscere l’impegno di Rubens Curia, professionista stimato e competente, che conosce molto bene i problemi della sanità calabrese e che, per il suo rilancio, ha messo a disposizione le sue conoscenze e quelle della rete ” Comunità competente” che è riuscito a creare. Siamo convinti, ad esempio, che la sua nomina sarebbe una rappresentanza territoriale importante. Così come siamo certi che se, a fronte della gravità della situazione, non si riuscisse a chiudere immediatamente lo stato di permanente conflittualità che ha caratterizzato i rapporti tra Commissario e Regione, sarà difficile lavorare con vero spirito di collaborazione nell’interesse esclusivo dei cittadini. Al Governo chiediamo, inoltre, che si provveda, da subito, ad una gestione stralcio del debito sanitario, al momento certificato solo parzialmente dalla Corte dei Conti di Catanzaro nell’ordine di qualche miliardo di euro e centinaia di milioni di interessi/anno. La Calabria e il nostro territorio più di altri hanno bisogno di un forte investimento e questo debito accumulato, se si vogliono affrontare davvero le criticità della sanità, è un macigno troppo pesante che ostacola ogni ipotesi di rilancio. Così come richiesto dai segretari generali dei sindacati confederali calabresi, ancora c’è qualche margine di manovra per intervenire, prima che il Parlamento converta in legge il nuovo Decreto Calabria. Ci aspettiamo che la classe Politica calabrese s’impegni su questo rilevante aspetto e sappia, tutta insieme, fare fronte comune per provare a ridare ai cittadini il diritto ad una Sanità “normale”.
Il Movimento politico LocRinasce