Come riporta Ilario Balì su ilreggino.it,  tanta commozione oggi a Locri per l’ultimo saluto a Christian Guarneri, il 34enne morto una settimana fa dopo essere stato dimesso dall’ospedale cittadino e su cui sono in corso indagini della Procura. I funerali, officiati da don Fabrizio Cotardo, si sono celebrati in una cattedrale gremita di persone, assiepate anche all’esterno della chiesa.

Secondo quanto ricostruito il giovane si era recato al Pronto Soccorso del nosocomio locrese per un malessere.  I medici, dopo diverse ore di attesa, lo avrebbero sottoposto a dei controlli e successivamente dimesso. Ma al rientro continuava ad accusare forti dolori all’interno della sua abitazione dove, purtroppo, è deceduto. La salma viene sequestrata, si apre un’inchiesta; due medici e un infermiere finiscono indagati e intanto si procede all’autopsia, eseguita venerdì scorso, per stabilire la causa della morte e fare luce su questa triste vicenda. Dalle risultanze investigative si capirà meglio se la storia di Christian è l’ennesimo caso di malasanità calabrese.

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Ho sempre preferito fra’ Cristoforo a don Abbondio nella storia de”I promessi sposi” . Il Padre Cappuccino era diventato tale dopo aver conosciuto il coraggio, l’ umiltà ed il perdono. La sua era vocazione vera.
Don Abbondio decise di farsi Curato per garantirsi una vita tranquilla ,con la sola vocazione di essere amico dei potenti nella assoluta viltà ed indifferenza.
Così succede anche a distanza di due secoli e poco più dal capolavoro manzoniano ,che la Chiesa (ri)propone tra i suoi rappresentanti i due modelli vocazionali,quelli domenicali che predicano e quelli giornalieri che ascoltano e guidano una comunità.
Stasera,in occasione della omelia di don Fabrizio in Cattedrale durante i funerali di Cristian , ho ascoltato parole di intensa umanità, di fede, di perdono e, soprattutto, di coraggio. Coraggio nell’ affrontare la morte e coraggio a non rendere inutile la nostra testimonianza terrena. Dal pulpito si udivano le parole che centinaia di persone presenti in Chiesa condividevano ad occhi chiusi e bagnati di lacrime, parole che in questi giorni di lutto, migliaia di cittadini ripetevano nelle vie di Locri .
Don Fabrizio ci ha esortati al coraggio,a combattere l’ indifferenza,a contrastare il potere ed il privilegio a favore di una presa di coscienza collettiva .
Ci ha fatto sentire il dolore di una famiglia che non deve rimanere inascoltato ,rendendoci ognuno portavoce di questo messaggio. Sarà la Magistratura a stabilire se ci sono responsabilità per questa morte. Ma vi è da molto tempo una responsabilità che riguarda tutti noi ed è quella della indifferenza e dell’ egoismo sociale. Non possiamo più stare zitti di fronte alle cose che non vanno e non fanno bene alla nostra comunità. La gestione e l’ organizzazione dell’ ospedale è la prima. Per onorare la memoria di Cristian e di tanti altri che hanno perso la vita in casi simili e oggi don Fabrizio ci ha indicato la via da seguire: quella del coraggio civile.
Pino Mammoliti