L’indagine “New Generation” approda davanti al Gup di Reggio Calabria che ha indicato per la data del 3 ottobre la prima udienza preliminare nei confronti di 45 indagati, per i quali la Procura antimafia distrettuale ha chiesto il rinvio a giudizio.
La Dda reggina contesta agli indagati numerosi e differenti reati che vanno dall’accusa di aver fatto parte, a vario titolo, di un’articolata associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanza stupefacente, alla detenzione di armi e munizioni, al danneggiamento, dall’estorsione pluriaggravata al traffico e spaccio di banconote false ed altro.
L’accusa è sostenuta dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, e si fonda, in particolare, sugli esiti investigativi che lo scorso 6 luglio hanno visto i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria dare esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dall’ Ufficio del Gip reggino.
L’udienza preliminare si svolgerà all’interno dell’Aula Bunker di Viale Calabria e sarà presieduta dal giudice Sabato Abagnale. Sono state individuate 21 parti offese, che comprendono lo Stato, la Regione Calabria, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, il Comune di Locri e 17 privati.
Nell’inchiesta coordinata dai magistrati della Dda reggina Giovanni Calamita e Diego Capece Minutolo sono confluiti i risultati delle indagini denominate “New Generation” e “Riscatto II”, condotte dai militari del Gruppo Carabinieri di Locri, finalizzate alla disarticolazione di quelle che sono, in parte, ritenute le “giovani leve della cosca Cordì”, operante principalmente nel territorio di Locri, e alla rilevazione giudiziaria delle richieste estorsive avanzate da esponenti della locale consorteria nei confronti di imprenditori della “Locride”. L’indagine dimostrerebbe l’attuale struttura e operosità del sodalizio criminale che, nel corso del tempo, a causa dei pregressi provvedimenti restrittivi che hanno investito i principali esponenti della consorteria, avrebbe visto mutare il proprio assetto gerarchico, lasciando maggiore spazio proprio alle “nuove generazioni”.
Rocco Muscari- gazzettadelsud.it