Il ringraziamento ai giovani che come ogni anno si sono resi protagonisti di un bel momento di partecipazione, ai rappresentanti delle forze dell’ordine in particolare ai campioni delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, Valentina Vezzali e Fancesco D’Aniello e un richiamo forte ai temi dell’attualità che interessano da vicino la legalità e la lotta alla ‘ndrangheta. Questi alcuni dei passaggi principali della relazione introduttiva con cui Maria Grazia Laganà ha aperto a Locri i lavori della manifestazione commemorativa in ricordo del marito Francesco Fortugno.
“Nell’organizzare la commemorazione di Franco, – ha detto Laganà – ho sempre scelto di rivolgermi ai giovani. Una decisione dettata da due motivi di fondo. Il primo è un simbolico atto di gratitudine verso quegli studenti che, all’indomani dell’omicidio, scesero in piazza a migliaia, dietro uno striscione bianco, sfidando la ‘ndrangheta e le forze oscure che decisero l’uccisione di mio marito, e spezzando la cortina dell’omertà. Fu la più grande mobilitazione spontanea che si ricordi contro le mafie in Calabria. Il secondo motivo è la volontà di contribuire, generazione dopo generazione, alla creazione di una nuova classe dirigente, consapevole della pericolosità della criminalità organizzata e disposta a lottare contro di essa per eradicare il male più profondo della nostra terra”.
Rivolgendosi ai due campioni che hanno voluto essere presenti a Locri, Valentina Vezzali e Francesco D’Aniello, la Laganà li ha definiti due personaggi che “incarnano, ai massimi livelli, tanto i valori olimpici quanto quelli delle Istituzioni: infatti, hanno servito e servono l’Italia da sportivi e da poliziotti delle Fiamme Oro. Come servono l’Italia, da militari e da sportivi, gli atleti del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, di cui oggi è presente il comandante, generale Raffaele Romano, che ringrazio di cuore”.
Sui temi dell’attualità la vedova Fortugno ha poi evidenziato come “sia necessario concentrare l’attenzione sulle questioni che, a mio avviso, restano gravi e urgenti e di cui, purtroppo, mi sembra non si stia parlando più. A cominciare dalla lotta alla ‘ndrangheta su cui, negli ultimi mesi, abbiamo registrato una cortina di silenzio e immobilismo, se si eccettua il lodevole, generoso, commovente impegno di magistratura e forze dell’ordine che continuano nel loro lavoro, pur con una limitatissima disponibilità di uomini e mezzi”.
“Credo – ed è questo il messaggio più importante che ritengo di dovere lanciare oggi – che si stia assistendo a un pericoloso calo di attenzione sulla lotta alla ‘ndrangheta. E mi riferisco a tutte le parti politiche, nessuna esclusa. Sono molto preoccupata, perché questo tema sembra essere uscito dall’agenda di tutte le forze in campo, distratte da altre battaglie e da altri argomenti al centro dello scontro politico”.
Parlando della Locride, “territorio sofferente e povero”, l’ex parlamentare ha fatto riferimento alle tante e complesse questioni irrisolte. Dalla situazione dell’ospedale, che di fatto ormai da anni non riesce a garantire il diritto costituzionale alla salute dei cittadini e su cui deve essere davvero tempo di “resistenza civile”, al sottosviluppo economico, passando per l’isolamento e l’arretratezza delle infrastrutture: la vicenda del viadotto dell’Allaro ne è l’ennesima insopportabile conferma”.
Infine un appello rivolto ai ragazzi: “La partita più importante, quella per per il bene comune e la legalità, la vinceremo insieme se saremo capaci di essere uniti come una squadra”.