C’è una “gola profonda” dietro alle indagini che hanno portato all’esecuzione dell’ordinanza cautelare del gip di Locri “Sua Sanità”, che ha coinvolto 90 persone e “smantellato” il reparto di Psichiatria dell’ospedale di Locri. Il dato emerge in un’annotazione di servizio della Guardia di Finanza di Locri depositata agli atti del procedimento coordinato dalla Procura diretta dal dott. Giuseppe Casciaro.
Come riporta Rocco Muscari su gezzetta del sud di oggi, si tratta di una dottoressa in servizio al Pronto Soccorso, consulente del Tribunale di Locri, che, dopo essere rimasta coinvolta in un’indagine risalente a fine 2021, accusata di concussione, nel corso di un interrogatorio reso davanti al pubblico ministero e agli investigatori della Fiamme Gialle ha riferito, fra l’altro – come sintetizzato nell’informativa – che «le era spesso capitato, in qualità di Ctu, di prescrivere esami psichiatrici a soggetti che, a suo parere, non soffrivano comunque di particolari disturbi di salute mentale.
Tuttavia gli stessi dopo essere stati sottoposti alla visita, esibivano certificati nei quali venivano invece messi in evidenza seri problemi di salute mentale.
Proprio a seguito di queste dichiarazioni l’autorità giudiziaria ha disposto una specifica attività di captazione di conversazioni telefoniche e telematiche di fatto poi confluite nel procedimento “Sua Sanità” che ha portato agli arresti di alcuni medici, disposti dal gip su richiesta della Procura di Locri.
«Sin dalle prime intercettazioni telefoniche – evidenziano gli investigatori – si è avuto il netto sospetto di essere difronte a un soggetto che, abusando della sua posizione di dottore in servizio presso un ospedale pubblico, nel tempo sia riuscito a creare un sistema di relazioni interpersonali esteso, che lo vede figura centrale e indispensabile per una vasta platea di soggetti».
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