Un momento di condivisione e dialogo per rompere le barriere dell’indifferenza e dell’isolamento e promuovere l’unità nella diversità. A Locri cittadini e associazioni sono scesi in piazza sfidando la pioggia e il freddo per urlare un deciso no alla guerra che sta mettendo in ginocchio il Medio Oriente.
Come riporta Ilario Balì su ilreggino.it, l’iniziativa è stata promossa dal centro pastorale diocesano, diretto da don Tonino Saraco, il quale ha rivolto un appello alla responsabilità collettiva nel costruire un mondo migliore, in cui la pace sia un diritto inalienabile di ogni individuo.
«Momenti come questo fanno sì che la nostra gente possa essere consapevole che la guerra è inutile – ha detto – ma soprattutto vogliamo riflettere sul senso che noi cristiani dobbiamo metterci per il raggiungimento della pace». Dello stesso avviso anche il vescovo della diocesi di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva. «La pioggia che sta scendendo rende fecondo il terreno della pace – ha espresso – noi vogliamo che le pace germogli per tutti, le guerre e ogni forma di violenza non risolvono nulla».
Presente alla manifestazione anche il sindaco Giuseppe Fontana, il quale ha sottolineato l’importanza di unirsi insieme in un gesto concreto in favore della pace. «Da questa piazza parte la voglia di confronto e dialogo – ha rimarcato il primo cittadino – e soprattutto un auspicio affinchè la politica internazionale possa fare qualcosa per mettere a freno questa conflittualità estesa». A caratterizzare il momento di riflessione anche diverse testimonianze che hanno contribuito a sensibilizzare la comunità su tematiche legate ai diritti umani e alla solidarietà. Come quella di Doua, profuga siriana ormai da qualche mese ospitata nel borgo di Camini. «La guerra ha un esercito di armi, ma anche persone che sono favorevoli – ha osservato – Queste persone hanno il cuore di pietra e la testa chiusa. Chi invece insegue la pace ha il cuore aperto e pulito».