Nel Salone dell’Episcopio di Locri, si è tenuta una cerimonia commemorativa in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Don Antonio Pelle. La manifestazione, organizzata dalla Diocesi di Locri-Gerace in collaborazione con il Santuario della Madonna della Montagna di Polsi e i comuni di Antonimina, Africo e Bianco, ha riunito la comunità per rendere omaggio a un sacerdote che ha lasciato un’impronta profonda nella storia religiosa e sociale della Locride.

Don Antonio Pelle, noto per il suo impegno come rettore del Santuario di Polsi e guida spirituale dell’Aspromonte, è stato celebrato per la sua capacità di unire la fede a un forte radicamento sociale. La cerimonia, moderata dal direttore del Museo della Cattedrale di Gerace, Giacomo Oliva, è iniziata con i saluti alle autorità civili e militari presenti. Don Tonino Saraco, rettore del Santuario di Polsi, ha introdotto gli interventi di Don Fabrizio Cotardo e del giornalista Rocco Muscari. Don Cotardo, parroco della Cattedrale di Locri, ha tracciato un ritratto di Don Pelle come “infaticabile pioniere della dottrina e della fede in Aspromonte,” sottolineando l’impatto duraturo del suo operato nella regione.

Muscari ha presentato il libro Memorie polsiane: un viaggio spirituale e sociale nel Santuario di Polsi nel primo dopoguerra, una raccolta di scritti dello stesso Don Pelle che offrono un ritratto intimo e profondo delle sfide sociali e spirituali affrontate nella sua epoca. L’opera, frutto della collaborazione con Bruno Palamara e illustrata dall’artista Nicola Sacco, contiene venticinque racconti brevi che descrivono la vita al Santuario di Polsi, un luogo di accoglienza sempre aperto, anche in inverno, dove convergevano artigiani, pastori e pellegrini in un contesto comunitario ricco e solidale.

La commemorazione si è conclusa con le riflessioni di Monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, che ha ricordato Don Pelle come esempio di carità cristiana, capace di dedicarsi con costanza ai bisogni della gente della Locride. “A 50 anni dalla sua scomparsa, Don Pelle rimane un modello luminoso per il clero calabrese,” ha affermato il vescovo, elogiando il sacerdote che, attraverso il Vangelo, ha saputo portare luce e speranza tra le popolazioni più svantaggiate dell’Aspromonte.

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