Inizia il 21 dicembre il processo di appello nei confronti dei 7 imputati del filone in abbreviato del processo scaturito dalla maxinchiesta della Dda reggina denominata “Canadian ’Ndrangheta Connection” condannati a complessivi 63 anni e 8 mesi di reclusione. Le pene vanno da 4 anni ai 16 anni e 8 mesi di Vincenzo Muià, (novembre 1969). Nella sentenza, che ha sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio rappresentato dai magistrati della Dda reggina, in particolare dal sostituto procuratore Giovanni Calamita, che contestano, a vario titolo e con modalità differenti, reati che vanno dalla partecipazione a un’associazione mafiosa, all’intestazione fittizia di beni, a reati in materia di armi e altro. Il processo scaturisce dagli esiti investigativi eseguiti dagli agenti dello Sco e del Servizio Anticrimine della Questura di Reggio Calabria, che hanno puntato l’obiettivo su quanto stava avvenendo a Siderno nell’immediatezza dell’omicidio di Carmelo Muià, detto Mino, ucciso la sera del 18 gennaio 2018 nella cittadina ionica. La complessa indagine ha portato gli investigatori a seguire alcuni degli imputati fino in Canada, dove dei prossimi congiunti del defunto Mino Muià si sarebbero recati, secondo l’assunto accusatorio, per cercare di individuare i mandanti e gli esecutori del delitto, che, allo stato, è rimasto insoluto.
Potete leggere l’articolo completo di Rocco Muscari nell’edizione cartacea – Ed. Calabria