Il SINAPPE, in relazione alla pubblicazione di articoli di stampa apparsi su alcuni quotidiani, attraverso i propri dirigenti sindacali: segretario regionale Fabio Viglianti e vice segretario regionale Daniela Iiriti, rappresentano quanto segue:
“Il SINAPPE non può più tacere!!! La macchina del fango deve essere fermata. I danni che si stanno producendo avranno una diretta ricaduta sulla società. Non si può continuare a confondere lo stato con l’antistato e denigrare l’immagine del corpo di polizia penitenziaria paragonandolo a delinquenti senza scrupoli che esercitano sopraffazioni, abusi e “razzismo regionale”. La confusione, il mescolamento delle carte in tavola quando si tenta di manipolare il giudizio dell’opinione pubblica intelligente diviene un’arma a doppio taglio e pregiudica il più elevato obiettivo: la giustizia!!”.
“C’è una linea di demarcazione invisibile che non divide, ma che è chiara. La polizia penitenziaria sta da una parte: garantisce l’ordine, la sicurezza e il trattamento; lo fa secondo la legge, con etica, senso del dovere, abnegazione e spirito di sacrificio. Garantisce, soprattutto, i diritti di tutti i detenuti e non accetta più accuse false e strumentali, altamente lesive della dignità, della lealtà, del immagine del corpo di polizia penitenziaria di Reggio Calabria, fatto di donne e uomini perbene, di poliziotti competenti e di grande professionalità”.
“Sono tanti i detenuti che sono stati ospitati negli istituti penitenziari reggini e nessuno di essi ha mai oltraggiato falsamente il personale e chi ha provato a farlo, la storia ha reso giustizia alla polizia penitenziaria. Accuse false, infondate e abnormi che hanno il sapore strumentale di chi il carcere avrebbe voluto farlo vicino la propria famiglia e ben si comprende, ma senza necessità di menzogne, come tutti gli altri detenuti che invece hanno sempre, pur nella loro sofferenza, riconosciuto il ruolo della polizia penitenziaria con rispetto, impegno e volontà, costruendo giornalmente il loro futuro per rientrare nella società e che vedono quella linea invisibile che è la linea del rispetto delle parti”.
“Una dichiarazione questa unanime per amore della verità e doverosa per la polizia penitenziaria, le loro famiglie, i detenuti, le famiglie dei detenuti e la società tutta. Il SINAPPE intende concludere con il motto della polizia penitenziaria ‘despondere spem est munus nostrum’”.
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