Locride: ormai siamo al genocidio.
Il sacrificio della patria nostra è consumato scriveva il Foscolo circa due secoli orsono. E anche, direi io, quello della nostra, intesa come Calabria, ed in senso ancora più stretto come Locride, che se non proprio consumato si avvia tragicamente alla consunzione. Col benestare dei nostri governanti, che non muovono un dito per salvarci e nemmeno il culo dalla poltrona per non perderla, si sta perpetrando il piu subdolo dei genocidi ai nostri danni. Prima ci tolsero i treni che sia pure in perfetto ritardo, in qualche modo arrivavano sempre alle stazioni. Tolti i treni, via anche le stazioni ormai inutili. E la nomenklatura, zitta, fedele al “parinchimi sta panza e pistimi stu culu”. Ridimensinato al limite della soppressione l’aeroporto di Reggio e pietose le strade, ormai siamo reclusi in quel ghetto che è diventata la Locride. Terra sventurata la nostra, ma se vogliamo risollevarci, dobbiamo per prima cosa riconoscere le nostre colpe, che non sono poche. La più evidente è quella di prendersela con i politici dimenticando che, pur nutrendo per loro la più totale sfiducia, per magari non dispiacere amici e compari, siamo stati noi a mandarli al potere, Ed essi, se prima se lo dividevano a fette con una spiccata preferenza per l’Assessorato alla forestazione, adesso non si capisce nemmeno cosa stanno combinando. Certo nulla di buono, se siamo al punto in cui siamo e naturalmente ne paghiamo le conseguenze veramente funeste, dato che siamo stati condannati a morte. Perché non è vero che in Italia la pena capitale è stata abolita. Non è vero, perché per noi, magari solo per noi, esiste ancora. E non da ora. Non è da ora, porca puttana, che siamo costretti per curarci ad andare al Nord, per talora morirvi. Ma dico, ci siamo mai domandati per quale motivo pur pagando le tasse come tutti gli altri italiani, noi dobbiamo restare senza ospedali? Ci siamo mai domandati come mai l’ospedale civile di Locri s’è andato via via degradando finendo col perdere sempre più pezzi? Tutto questo era sotto gli occhi di tutti, eppure nessuno dei nostri onorevoli ha cercato di porvi riparo: gli bastano la poltrona e il vitalizio. Ed intanto il sacrificio della patria nostra continua a consumarsi tra l’indifferenza, purtroppo, anche di tanti noi. Si sta consumando con l’emigrazione dei nostri figli, sostituiti dai migranti di stato; si è consumato con la soppressione del nostro diritto di voto per cui quei maledetti che stavano al governo in pratica ci dicevano: “Delinquenti, mafiosi, voi non avete il diritto di scegliere i vostri amministratori, quindi a cuccia che ve li mandiamo noi”. Ormai il sacrificio della patria nostra si sta consumando giorno per giorno con la malafede dei media che non fanno altro che additarci al pubblico ludibrio, con la sostituzione dei migranti al posto dei nostri figli costretti a pagare 500-600 euro agli affittacamere del Nord mentre a loro si garantisce di tutto. Sventurata terra la nostra dove quando con le grancasse dei media arriva quel Prodi che ci ha dimezzati gli stipendi, viene sepolto da uragani d’applausi. Sventurata terra la nostra dove quando arriva il carrozzone dell’antimafia viene accolto con feste, fanfare, entusiasmo ed ovazioni. Ma che cazzo mi applaudite, se son venuti qui per insultarci!? Ma come non vi accorgete che si sta perpetrando un genocidio ai nostri danni? Ormai non ci resta che chiedere aiuto ai “Medici senza frontiere”, che vengano ad installarci un qualsiasi ospedale da campo che ci consenta di sopravvivere al tentativo di genocidio. Altrimenti, tra qualche anno, quando la nostra terra sarà completamente svuotata e svalutata, arriverà il Briatore di turno, se la comprerà per niente, impianterà meravigliose strutture turistiche e la Locride sarà la California d’Europa. Solo che non ci saranno più i locridei.

Mario Nirta fb