di Giovanni Padalino

Forse sarà la speranza oppure la determinazione ad accompagnare la nostra nazionale.
Mah!
Questo non lo potremo mai sapere prima del 29 giugno, dove gli azzurri saranno impegnati, in una gara importante, contro la Svizzera, valida per la qualificazione dei quarti di finale.
Sicuramente la gara di ieri è stata un match che ha tenuto i tifosi con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo, terminato grazie alla rete di Zaccagni, giunta nella zona Ceccarini.
Una partita sofferta e combattuta dall’Italia, non facile davanti ad una Croazia, mostratasi più fisica e per di più scorretta, che sperava nella qualificazione.
Il calcio si sa può essere emozionante, però quello che conta al di fuori dei sentimenti è il risultato, perché chi segna di più, vince e si qualifica.
Dopo la rete di Modric, arrivata appena dieci minuti dopo la ripresa di gioco, l’Italia ha sofferto tanto, incapace soprattutto di penetrare in attacco, dov’è il muro della difesa croata si poneva molto chiuso e vigile.
Sicuramente la difesa ha avuto le sue pecche:Luigi Donnarumma, secondo il mio parere il migliore in campo, non poteva giocare per dieci, e dopo i miracoli fatti fino a quel momento straordinario nel parare il rigore di Modric, primo o poi rischiava di subire.
Questo ci fa capire che oggi non esiste più un catenaccio difensivo azzurro, che ha sempre distinto la nazionale dalle altre squadre, proprio per la sua efficienza, spesso soprattutto temuto dalle squadre più forti, lo testimonia il fatto che dall’inizio del torneo europeo non c’è stata squadra che non ha gonfiato la rete azzurra.
Non possiamo pensare meno per l’attacco, anche se qualcuno dei nostri ci ha messo il fisico e la velocità, fino adesso le difese avversarie hanno dimostrato che non è così facile passare.
Molto importanti sono state le prime parole del Tecnico Spalletti:”sono stati fatti degli errori e questi devono servire a migliorare”.
È giusto questo e soprattutto non si può assolutamente condannare il tecnico toscano per il buon lavoro fatto; la questione rimane che il tempo è sempre poco e non è facile risolvere i problemi in pochi attimi,soprattutto quando un campionato è in corso.
Diventerebbe vano cercare di parlare delle stesse cose:in Italia non c’è investimento sul settore giovanile: una frase retorica ripetuta non so quante volte, mai arrivata alle orecchie di chi del calcio vuole fare il proprio business, privo di belle soddisfazioni, senza sapere che più si investe nelle risorse giovanili e più si possono avere dei profitti.

Per ora al di fuori di un’effimera morale ci concentriamo sulla partita con la Svizzera, un match importante che ci permetterà di capire il futuro azzurro in questi belli europei.