L’Iran attacca Israele con 185 droni e 36 missili da crociera, mentre il presidente degli Stati Uniti Biden convoca il G7 per una risposta unitaria. Notte terribile in Medio Oriente dopo la raffica partita da Teheran, intercettata per il 99% nel territorio dello Stato ebraico, che reputa come «relativamente piccoli» i danni causati da un assalto durato 5 ore, ma una bambina di sette anni nel sud di Israele è in gravi condizioni dopo essere stata colpita da schegge in seguito all’intercettazione di un drone iraniano nell’area di Arad, così come un bambino di 10 anni (nel complesso, da registrare anche 31 feriti lievi). L’allarme è cessato, dunque, ma adesso le reazioni si susseguono, soprattuto sul fronte occidentale. Durante l’attacco migliaia di iraniani sono scesi in strada per celebrare il raid.
In mattinata, inoltre, le autorità israeliane hanno riaperto lo spazio aereo del Paese e l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, dopo la conclusione dell’attacco iraniano. Il quale, tuttavia, subirà variazioni di orario, come rende noto il Jerusalem Post.

Biden parla con Netanyahu

Il presidente americano Joe Biden ha detto al premier israeliano Benjamin Netanyahuin una telefonata di 25 minuti, che dovrebbe considerare la nottata una «vittoria» visto che, dalle prime valutazioni, l’attacco dell’Iran contro lo Stato ebraico non ha avuto successo. Lo afferma un funzionario dell’amministrazione Usa, citato dai media americani. Le forze americane hanno aiutato Israele ad abbattere «quasi tutti» i droni e i missili sparati dall’Iran, ha proseguito il presidente degli Stati Uniti, che ha confermato il «ferreo» impegno di Washington alla difesa dello Stato ebraico. «L’Iran – e i suoi delegati che operano dallo Yemen, dalla Siria e dall’Iraq – hanno lanciato un attacco aereo senza precedenti contro le strutture militari in Israele. Condanno questi attacchi nei termini più forti possibili», sostiene Biden. «Nessuna forza o struttura americana è stata attaccata dall’Iran, ha concluso l’inquilino della Casa Bianca».

A rincarare la dose ci ha pensato il segretario di Stato Antony Blinken che «si consulterà con gli alleati e i partner nella regione e in tutto il mondo nelle ore e nei giorni a venire. Gli Stati Uniti condannano con la massima fermezza l’attacco iraniano contro Israele. Pur non cercando un’escalation, continueremo a sostenere la difesa di Israele e, come ha chiarito il presidente, difenderemo il personale statunitense».

Riunione del Consiglio di Sicurezza

Dopo l’attacco portato avanti da Teheran, il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà oggi alle 22, ora italiana. Lo afferma l’ambasciatrice maltese Vanessa Frazier. Malta è al momento presidente di turno del Consiglio di sicurezza.

La ferma condanna di von der Leyen

«Condanno fermamente il palese e ingiustificabile attacco dell’Iran contro Israele. Invito l’Iran e i suoi alleati a cessare immediatamente questi attacchi. Tutti gli attori devono ora astenersi da ulteriori escalation e lavorare per ripristinare la stabilità nella regione». Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Hamas rifiuta la mediazione

Hamas ha rifiutato l’offerta avanzata da Israele la settimana scorsa al Cairo. Lo ha fatto sapere l’ufficio del premier per conto del Mossad. «Il rifiuto della proposta dei tre mediatori che prevedeva un margine di flessibilità significativamente maggiore da parte israeliana, dimostra – ha detto – che Sinwar non è interessato a un accordo umanitario e al ritorno dei ostaggi, e continua ad approfittare delle tensioni con l’Iran per cercare di unire i teatri e di realizzare un’escalation generale nella regione». Israele – ha aggiunto – «farà di tutto per riportare indietro i 133 ostaggi da Gaza il prima possibile».

Allo stesso tempo, una rappresentanza dell’Iran all’Onu fa trapelare l’intenzione di non volersi spingere oltre, a meno che non ci sia una controffensiva di Israele. «La questione può considerarsi chiusa così. Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura».

Lo Stato Maggiore iraniano sostiene che l’attacco di ieri notte ha portato alla distruzione di due importanti siti militari israeliani. Si legge in una nota che “Israele ha oltrepassato i limiti prendendo di mira il nostro consolato in Siria, e si è dovuto rispondere. Il nostro attacco è terminato e non desideriamo continuarlo ma risponderemo con forza se Israele prenderà di mira i nostri interessi. Se Washington partecipasse ad un attacco contro di noi, prenderemo di mira le sue basi nella regione e non sarà sicuro”, hanno rafforzato il concetto da Teheran.

Sirene anti-razzi di nuovo attive

Dalle 9 (ora italiana) le sirene degli allarmi anti-razzi stanno risuonando nel nord di Israele, a ridosso del confine col Libano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

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