R. e P.
Era il mese di giugno del 2014 quando in una sala all’interno del Vaticano incontrai mons. Giovanni Battista Piccioli, l’incontro fu del tutto casuale, fui subito colpito dalla sua semplicità e dal suo sorriso luminoso. Visto che entrambi dovevamo attendere, dopo un breve colloquio gli chiesi la sua provenienza, mi disse che da più di vent’anni svolgeva la sua missione in Ecuador e che da poco il Papa lo aveva nominato Vescovo ausiliare di Guayaquil, ma di origine era bresciano.
Quello che subito notai dalle sue parole, ma soprattutto dai suoi occhi, fu un incondizionato amore per gli ultimi della terra, mi parlò della sua missione e mi disse che bisogna testimoniare Cristo fino agli estremi confini del mondo, anche in situazioni difficili dove è già molto riuscire a sopravvivere. Che grande lezione di vita in pochi minuti pensai tra me e me, e mentre lo salutavo perché dovevamo andare mi lasciò il suo numero di telefono affinché lo potessi rintracciare, con la promessa che quando in una futura venuta in Italia sarebbe venuto in Calabria nella Locride, il mio invito fu subito accolto, mi disse: è una zona in cui non ci sono mai stato ci vengo volentieri.
Devo dire che quel Vescovo dal tono eloquente e dai modi semplici mi aveva colpito molto anche se avevamo parlato solo per poco più di mezz’ora.
Nei mesi successivi ci siamo sentiti diverse volte, in una delle ultime telefonate mi ha comunicato che ritornava in Italia nel mese di gennaio (2015), e che nella sua agenda aveva segnato la sua visita nella Locride. Che grande gioia nell’apprendere questa bella notizia, subito con un gruppo di collaboratori abbiamo organizzato al meglio la sua permanenza nella nostra terra.
Il suo primo incontro fu con il nostro Vescovo mons. Francesco Oliva, e subito dopo la visita alla cittadella vescovile di Gerace, ha voluto presiedere a Ciminà una santa Messa per l’evangelizzazione dei popoli, e poi la visita al Santuario della Madonna della Grotta di Bombile, a Pazzano al Santuario di Monte Stella, rimanendo molto colpito della maestosità del Santuario della Madonna di Polsi “oasi di pace che rinfranca il pellegrino” ha commentato ai piedi dalla sacra effige della Madre del Divin Pastore.
Mentre lo accompagnavo lungo le strade della nostra diocesi ho avuto modo di apprendere dai suoi racconti lo spessore di quel Vescovo “venuto da lontano” che incontrai casualmente dentro le mura leonine. Mi spiegò a chiare lettere l’importanza di servire i fratelli dimenticati, di chinarsi difronte a chi ha perso ogni speranza, agli scartati della società; mi disse: “non ho mai desiderato di diventare vescovo, alla chiamata del nunzio apostolico che mi chiedeva di accettare la nomina ero tentato a rispondere di no, alla fine ho prestato obbedienza sapendo che sarei rimasto con gli ultimi, che avrei potuto servirli ancora di più e che forse la loro voce attraverso la mia venisse un po’ più ascoltata”.
Alla domanda sulle prime impressioni della sua visita in Calabria, ha risposto: “una terra benedetta dalla presenza di Maria visto i tanti santuari mariani, mi ha colpito molto la bellezza paesaggistica a tratti incontaminata, il fascino delle montagne che si affacciano sul bellissimo mare”, ha concluso affermando “penso di ritornare”, ed è stato proprio cosi da quel 2015 in ogni suo ritorno in Italia ha riservato qualche giorno per la nostra terra di Calabria.
Durante una sua visita di qualche anno fa lo accompagnai al Santuario di Nostra Signora dello Scoglio in Placanica, aveva una richiesta particolare che voleva presentare alla Vergine Santa dello Scoglio, venne ricevuto da fratel Cosimo che lo rassicurò della sua preghiera e gli consegnò una corona del Rosario in ricordo di quella gradita visita. Prima di riprendere il viaggio ai piedi della Madonna ha voluto celebrare la santa Messa affidando a Lei il suo ministero episcopale. Dopo qualche mese ho ricevuto una chiamata, era il vescovo Giovanni dalla sua voce intuivo un’emozione particolare che caratterizzava quella telefonata, mi disse: “vai allo Scoglio porta il mio grazie alla Madonna e a Fratel Cosimo”, e ha concluso: “quando tornerò in Italia andrò di persona a renderle omaggio, col desiderio che negli anni futuri potrò recarmi da pellegrino l’11 maggio” anniversario delle apparizioni della Madonna a fratel Cosimo. E questo desiderio proprio in quest’anno (2023) si è avverato, mons. Giovanni presiederà allo Scoglio l’11 maggio alle ore 11:00 una concelebrazione Eucaristica nel giorno in cui si celebra l’anniversario delle apparizioni della Madonna a fratel Cosimo.
Con grande interesse ho seguito in questi anni la figura di questo umile uomo chiamato dal Signore a servire nell’ordine episcopale il popolo di Dio che si trova nel lontano Ecuador, ho avuto l’onore durante il suo mandato come presidente della commissione liturgica ecuadoriana di poter insieme con lui consegnare nelle mani del Cardinal Robert Sarah al tempo Prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti il nuovo volume del Messale Romano da lui egregiamente curato per tutta la Repubblica dell’Ecuador.
Si è distinto per il suo impegno nel sociale, è riuscito in questi anni ha realizzare numerose case in legno per permettere a diverse famiglie una vita più dignitosa, si è prodigato sempre a favore della vita combattendo con tutte le sue forza contro il crimine dell’aborto.
Ancora oggi il Vescovo Giovanni si trova in terra di missione continua la sua instancabile opera di evangelizzazione ma soprattutto continua a rimanere ultimo tra gli ultimi, donando tutto se stesso per i bisogni della sua gente a imitazione di Cristo che non è venuto per essere servito ma per servire.
Filippo Varacalli