Caro Tito, siamo così giunti al tanto atteso evento di sabato pomeriggio 16 novembre durante cui, alla Biblioteca Comunale Renda di Taurianova (Città capitale italiana del libro per il 2024) verrà presentato l’importantissimo lavoro (specialmente per noi calabresi) “Calabria la prima Italia” della statunitense Gertrude Slaughter nella traduzione di Sara Cervadoro, edito giusto un anno fa da Giuseppe Meligrana di Tropea. Adesso siamo alla sua seconda edizione. Parleranno il filosofo Salvatore Mongiardo (fondatore e scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone), l’archeologa Maria Teresa Iannelli (direttrice della Biblioteca Calabrese di Soriano) e lo stesso Meligrana. Qui di seguito, al paragrafo 1, scrivo un minimo di pro-memoria per coloro che ancora non sanno come mai il libro della Slaughter “Calabria the first Italy” (pubblicato nel 1939 in U.S.A.) abbia atteso ben 84 anni per essere tradotto e dato alle stampe in Italia.
1 – UN MINIMO DI PRO-MEMORIA
Riassumendo parecchio, è opportuno dire che nell’aprile 1982 ho fondato a Badolato (CZ), mio paese natìo, l’associazione culturale CALABRIA PRIMA ITALIA con il dichiarato intento di conoscere sempre di più l’epoca storica della “Prima Italia” (attorno a 3500 anni fa) e, quindi, di diffondere il più possibile il fatto che il nome Italia sia nato in Calabria (cosa che il 95% degli Italiani ancora ignora, nonostante adesso ci sia la possibilità di ricercare su internet e nonostante la Scuola dovrebbe informare su come e dove sia nata l’Italia, come nome e come prima entità politica democratica). Così, nel 2006, navigando con Google per rintracciare qualcosa di inedito sulla “Prima Italia”, mi è apparso il riferimento al libro “Calabria the first Italy” di Gertrude Slaughter. E’ stata davvero una gioia immensa per me!
Immediatamente ho chiesto al prof. Lorenzo Viscido di Squillace (che a quel tempo insegnava in una Università di New York) se era possibile trovare una copia originale di tale opera.
Il prof. Viscido (nella foto di questo paragrafo) con bravura ed impegno, è riuscito a trovare due copie originali (stampate nel luglio 1939 a Madison – Wisconsin – USA): una l’ha donata alla Biblioteca Calabrese di Soriano e l’altra l’ha tenuta per sé.
Di tutti questi passaggi ho lasciato traccia minuziosa in queste “Lettere a Tito”. Mercoledì 13 dicembre 2023 abbiamo pubblicato << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-509-lorenzo-viscido-e-gaetano-drosi-commentano-il-libro-calabria-la-prima-italia-di-gertrude-slaughter/ >>. E poi altri commenti di amici e studiosi.
Dal quel 2006 ho scritto a tutti gli Editori (cartacei) italiani per trovarne uno che volesse pubblicare in italiano il libro della Slaughter. Dopo tanto cercare ho trovato chi volesse tradurre il libro in italiano (la professoressa calabro-romana Sara Cervadoro, che si è prestata gratuitamente nella faticosa impresa) e l’editore Giuseppe Meligrana il quale poi, finalmente, a metà novembre 2023, ha dato alle stampe la tanto agognata ed illuminante opera della Slaughter. Intanto, a Davoli Marina, il 21 giugno 2023 (nel solstizio d’estate) ho realizzato la prima FESTA DEL NOME ITALIA abbinandola al PREMIO PRIMA ITALIA che nel giugno 2024 ha preso la denominazione definitiva di PREMIO CALABRIA PRIMA ITALIA.
Da un anno a questa parte ho invitato alcuni amici a commentare il contenuto del libro “Calabria la prima Italia”. Pubblicherò in una delle prossime Lettere l’elenco di tutti coloro i quali hanno risposto a questo invito, tra cui il prof. Viscido, facendo aumentare l’interesse verso questa opera assai importante che è consultabile nella Biblioteca calabrese di Soriano (VV) o che può essere presa con il prestito inter-bibliotecario anche da altre Biblioteche italiane. Sarebbe comunque molto utile avere una copia in casa.
Adesso, possiamo lèggere insieme (al seguente paragrafo 2) ciò che il prof. Raffaele Spada, giornalista e scrittore di Lamezia Terme, mi ha molto gentilmente inviato ieri. Il prof. Spada ha scritto pure su Re Italo, il quale sta alla base della narrazione di numerosi storici antichi sulla nascita del nome Italia e della “Prima Italia” (che nell’estate 1983 ho consultato in originale greco e latino nella Biblioteca dell’Abbazia di Montecassino, in provincia di Frosinone) … alcuni dei quali possono essere letti in breve nel sito web del Comune di Catanzaro << https://www.comune.catanzaro.it/catanzaro-dove-nacque-il-nome-italia/ >>.
Ovviamente, dal punto di vista storico-scientifico, l’argomento della “Prima Italia” è quanto mai complesso, nonostante siano assai significative le fonti di scrittori antichi che non lasciano alcun dubbio sul fatto che la prima Italia sia nata e si sia sviluppata in Calabria e, in particolare, nell’Istmo tra i golfi di Squillace e Lamezia. Purtroppo le Istituzioni non fanno proprio nulla per valorizzare tale primogenitura calabrese che potrebbe creare attrazioni turistico-culturali e, ad agire bene, pure tutta una serie esaltanti di condizioni e vantaggi socio-economici.
Ma ecco cosa ci scrive il nostro amico lametino, il quale desidera come e quanto me (e tanti altri) che all’Aeroporto di Lamezia sorga una statua di Re Italo, fondatore dell’Italia, per accogliere chi arriva e salutare chi parte.
2 – CALABRIA LA PRIMA ITALIA COMMENTATA DA RAFFAELE SPADA
GERTRUDE SLAUGHTER UNA STELLA NEI CIELI DELLA CALABRIA – Chi più della Calabria sembra abbia un destino, segnato alla decadenza perenne, a seguito di terremoti e alluvioni, anche in epoche più recenti, tanto da soccombere ai “cambiamenti vitali, che portarono ad un capovolgimento del destino e la provincia più prospera e più colta culturalmente divenne la più povera e la più ignorante”. Una linea di non ritorno inaccettabile per la scrittrice americana Gertrude Slaughter, autrice di “Calabria the First Italy”, pubblicato nel Wisconsin nel 1939, la quale affascinata “da suoi scenari aspri e romantici” scriveva che “la Calabria, una cresta montuosa tra due mari, è un fenomeno della storia”, ovvero l’inizio della civiltà occidentale: una donna che seppe leggere e riscoprire l’anima della Calabria, una stella che brilla sul cielo della nostra regione.
Nei suoi viaggi in Italia, a partire dal 1918, il suo interesse per il passato della Calabria fu costantemente stimolato dall’incontro e dalla conoscenza della gente locale, che inseguiva “i sogni ellenici d’Italia”, quella terra chiamata “Magna Grecia” dagli esploratori greci e considerata più grande della madre patria.
Dopo un lungo oblio, a distanza di 85 anni, più che una riuscita operazione commerciale, l’editore Giuseppe Meligrana di Tropea ha fatto un dono ai Calabresi ed all’Italia ridando alle stampe “Calabria la Prima Italia” nella traduzione di Sara Cervadoro, professoressa d’inglese a Roma, dove è nata da genitori entrambi calabresi, il padre di Maida e la madre di Reggio Calabria, con una lunga carriera accademica alle spalle e diverse pubblicazioni.
È un emozionante romanzo storico per Cervadoro l’opera di Slaughter, definita “saggista di elevata cultura classica e audace spirito d’avventura”, che svela il suo animo poetico e si rivela “fine psicologa e sensibile conoscitrice dell’animo umano, quando esamina la peculiarità dei calabresi e i problemi della società con cui venne a contatto”.
Soprattutto, “quando con caparbia insistenza definisce la Calabria come “la Prima Italia” e ne mostra il suo totale innamoramento, basandosi su documentazioni storiche, filosofiche, scientifiche, letterarie ed artistiche. Ella indica Slaughter “ricercatrice rigorosa nel sottolineare l’importanza dei remoti abitanti della Magna Grecia”. Non a caso, la scrittrice americana nel suo secondo viaggio comprese “che la Calabria fosse uno dei centri più importanti, le cui forze (culturali, scientifiche e umane) hanno reso moderno il nostro mondo, giungendo alla conclusione che fosse anche uno dei luoghi meno compresi” e perciò attraverso le pagine del suo “Calabria la Prima Italia” la ritroviamo “seguire molte piste per rintracciare la fonte originaria di quelle forze”.
Non a caso all’apertura del suo testo troviamo “We are sons of yesterday, not of the morning” (siamo figli del passato, non del futuro) una citazione emblematica di George Meredith “Modern Love and Poems of the English Roadside”. Rimarcata infine nella sua ultima opera “Only the Past is Ours The Life Story of Gertrude Slaughter”.
In Calabria saranno due filantropi piemontesi a farle da guida: Giuseppina La Maire (educatrice di alto livello di origini piemontesi collaborò alla cura di tanti bimbi malati di malaria a Cosenza) e Umberto Zanotti Bianco (laureato in giurisprudenza a Torino, patriota, ambientalista, filantropo, antifascista, educatore e politico italiano, che dedicherà la sua esistenza al riscatto sociale del meridione, senatore della Repubblica e presidente di Italia nostra).
Entrambi si conobbero all’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI), fondata a Roma nel 1910, sull’onda delle emozioni suscitate dal sisma del 1908 in Calabria per contrastare povertà e analfabetismo.
La Maire e Zanotti Bianco, come due novelli Virgilio, accompagnano la loro amica americana alla scoperta delle radici della Calabria e dell’Italia, introducendola alla conoscenza di quei personaggi calabresi come Pitagora, Zeusi, Zeleuco, Telesio, Campanella, Gioacchino da Fiore, Cassiodoro, San Nilo, San Bruno e tantissimi altri, pilastri fondamentali delle scienze, dell’arte, delle leggi, del pensiero filosofico.
Avida ricercatrice e accurata studiosa Gertrude Slaughter, riscoprendone il grande valore storico- culturale, getta un fascio di luce sui misteri della Calabria, “che rese l’Italia nel quarto secolo a.C. un paese civilizzato da un confine all’altro e pronto all’unificazione politica sotto i Romani”. L’americana Slaughter, nell’approfondire le ricerche dell’archeologo Paolo Orsi, rileva che le sue scoperte non solo cambiano la storia preistorica dell’Italia, ma danno una nuova visione dei metodi della colonizzazione Greca. “Secondo la tradizione, le città Greche furono fondate da eroi avventurosi, di ritorno da Troia o in fuga dalle invasioni Persiane – sottolinea Slaughter – ora, invece, vediamo Greci meno eroici, ma ancora avventurosi commerciare per un intero secolo con i nativi lungo le coste, prima che alla fine giungano con le loro famiglie ed i loro dei a prendere possesso di siti più prosperi. Mentre consentivano ai popoli di continuare la loro vita normale e i loro culti nativi, loro tornavano dalle coste, poiché avevano preso in mano il commercio marittimo, mentre i nativi avevano già aperto un “caravan route” (percorso carovaniere, ndr) attraverso le montagne. In alcune stagioni dell’anno questo “caravan route” era vivace, con i commercianti che conducevano i loro asini carichi avanti e indietro sul sentiero a precipizio… in quelle città sconosciute, dove così tanto giace, attendendo di illuminare il mistero della Calabria”.
Esiziale l’importanza di Torre Galli sul monte Poro, nel territorio di Caria, frazione di Drapia (VV), dove il celebre archeologo Paolo Orsi tra il 1922 e il 1923 portò alla luce una necropoli risalente all’Età del Ferro. E cento anni dopo, ancora, ad ottobre 2024 si è tornati a scavare a Torre Galli, alla ricerca di tracce dal passato, per capire come si viveva e soprattutto quali erano le tecniche di sepoltura qualche millennio fa. Sono state ritrovate oltre trecento sepolture della fine del X e il IX secolo a.C. e altre del VI a.C. L’intuizione di Paolo Orsi riguardava le popolazioni antiche, originarie dell’Arcadia, la cui caratteristica era la ceramica dipinta geometrica, che presenta spesso il cosiddetto ornato ‘a tenda’. Quel tipico vasellame che incuriosì tanto Paolo Orsi, simile a quello dei Siculi della Sicilia. “I Siciliani – rilevava Slaughter – erano persone indipendenti e originali. Dal contatto con la cultura Egea derivarono modelli e metodi per il vasellame con cui riempivano le loro tombe intagliate nella roccia. E proprio quando esso stava degenerando, insieme con l’arte Micenea, i Siciliani furono salvati e venne loro data fresca ispirazione dall’arrivo dei coloni Greci”.
La centralità della Calabria deriva anche dalle ricerche nel 1931 dell’archeologo Svedese Nils Aberg, secondo il quale la cultura dell’Etruria e dell’Italia centrale dal 1000 al 400 a. C., a causa del commercio con l’Egeo attraverso la via della Calabria, stabilì una corrente di influenza dall’Oriente all’estremità meridionale dell’Italia e da lì verso le Alpi. Che si trattasse di popolazioni evolute lo dimostra anche la sferetta bronzea, ritrovata nello scavo del 2016 nell’area di Iardini di Renda di Sant’Eufemia Vetere a Lamezia Terme e oggi custodita presso il suo Museo archeologico.
Secondo il taccuino del prof. Paolo Orsi era stato Francesco Giuliani di Nicastro a metterlo in contatto con il possessore della Tabella Testamentaria, ritrovata sotto S. Eufemia Vetere insieme all’altra sferetta di Siracusa, oggi custodita nel Museo di Reggio Calabria.
Per l’archeologo Roberto Spadea la sferetta di bronzo (tessera elettorale) è importante per l’onomastica dell’antica città di Terina e riguarda “Anthropiskos”, un candidato di 2500 anni fa abitante di quella città i cui resti si trovano a Lamezia Terme.
Da regione emarginata e povera l’accademica Slaughter eleva la Calabria a “ponte per la Sicilia e l’Oriente, luogo di incontro di molte razze, con una storia complessa ed intensa” e con una missione “il suo fato è stato di rendere un importante contributo alla vita d’Europa, con Roma che ha assorbito la cultura Greco-Italiana; il Rinascimento dell’Italia settentrionale ne ha ereditato i manoscritti Grechi e Romani, i suoi capolavori e molte idee proficue, lì germogliate nei secoli precedenti.
Il Cristianesimo fu modellato in forme di pensiero che erano vestigia della sua vita spirituale”. Nel capitolo primo Slaughter, nell’affrontare le radici degli antenati calabresi, segue gli indizi di Aristotele che parlava di una terra “da attraversare in mezza giornata di viaggio.
Se il nome Italia proviene da quel re leggendario del popolo degli Enotri, che per primo insegnò l’agricoltura ad una tribù nomade o da un vitello smarrito della mandria di Geryon o se era una parola primitiva significante “terra di bestiame”, siamo certi che esso fu per prima dato alla estremità meridionale della penisola e che si estese lentamente verso Nord”.
Anche i geologi, per Slaughter, “riportano la storia più indietro nel tempo, alla formazione della penisola e ci raccontano che le montagne della Calabria sono la parte più antica d’Italia.
Un capitolo interessante potrebbe essere scritto sulla relazione della primitiva mitologia con le ere geologiche – osserva la scrittrice americana – su come per esempio la separazione dell’Europa dall’Africa ha alimentato la leggenda di Ercole che rompe lo stretto e pone le sue Colonne.
La storia attuale della Calabria inizia con le colonie Greche e molto di essa risiede solo nella tradizione, poiché la Calabria fu la prima Magna Graecia così come la Prima Italia. Nel 42 a.C. fu Ottaviano Augusto ad assegnare ufficialmente il nome Italia a tutto il territorio compreso tra le Alpi e lo Stretto di Messina, quando nel 42 abolì la provincia Cisalpina e comprese la parte settentrionale nella sua divisione in regioni. Diocleziano (fine del III secolo d.C.) poi incluse anche la Sicilia, la Sardegna e perfino la Corsica.
Il frutto di quelle ricerche accurate diede origine a ciò che Slaughter chiama “la Prima Italia”, allorché per Antioco di Siracusa “l’intiera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico e lo Scilletinico (golfo di Sant’Eufemia e golfo di Squillace), fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, figlio di Enotro, che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza.
Questo uomo si chiamò Italo, che denominò per primo questa terra Italia. e quando Italo si fu impadronito dell’istmo, ed aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua
dominazione molte città”. Inoltre, nell’attuale Calabria, a dire di Aristotele (in ‘Politica’) fu Re Italo l’ideatore dei Sissizi, pasti comuni che si diffusero in tutta l’area del Mediterraneo, compresa Sparta, Creta ed Egitto, dove con la partecipazione si acquisiva il pieno diritto di cittadinanza.
Dal punto di vista archeologico questa parte dell’istmo è già attestata tra i 700.000 e i 500.000 anni fa a.C. da ritrovamento di manufatti litici choppers, raschiatoi (strumenti realizzati scheggiando dei ciottoli) del paleolitico inferiore, ad opera di Dario Leone, ispettore onorario alle antichità, in località Casella di Maida, considerata la più antica stazione preistorica della Calabria per le predette pietre
appuntite fra i primi d’Europa. Questa storia antica, precedente all’arrivo dei coloni greci mentre affascinò tra i primi Pitagora e i viaggiatori dal Peloponneso, oltre che la scrittrice americana, ancora oggi incontra resistenze in chi non crede al mito dell’eroe enotrio, dal quale discendeva una nuova organizzazione sociale (i Sissizi) con i primi rudimenti dei semi democratici, Re Italo come anticipatore di una nuova civiltà ed un autentico eponimo.
Oggi in Calabria vi è un movimento nuovo che si dedica alla diffusione della storia della Prima Italia e di Re Italo, sorto con l’obiettivo di raccogliere la sfida di questa grande eredità, condensata nella fine ricerca di Gertrude Slaughter, che insegnava all’Università del Wisconsin (USA).
Questo movimento fa capo a Domenico Lanciano, intellettuale di Badolato, giornalista e animatore dell’associazione “Calabria Prima Italia”, sorta con l’obiettivo di far risplendere quelle origini che hanno dato luce a tanti percorsi della storia locale e generale, ma anche animatore del Premio Prima Italia nato per incoraggiare tutti coloro che hanno trattato o continuano a trattare di Re Italo e della Prima Italia come il “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” di Squillace istituito con delibera di Giunta comunale n. 26 del 14 aprile 2021 su proposta dell’allora assessore al Turismo e alla programmazione, il sociologo Franco Caccia (Presidente onorario lo storico Armin Wolf e direttore scientifico il filosofo Salvatore Mongiardo).
3 – SALUTISSIMI
Caro Tito, l’invito per i nostri lettori è, intanto, di fare un passaparola (il più vasto possibile): SABATO 16 NOVEMBRE 2024 ALLE ORE 18.00 ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TAURIANOVA si presenterà il libro “Calabria la prima Italia” di Gertrude Slaughter nell’ambito della Capitale italiana del Libro. Poi, l’esortazione è di partecipare in tantissimi a tale presentazione affidata al filosofo Salvatore Mongiardo (fondatore e scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone), all’archeologa Maria Teresa Iannelli (Direttrice della Biblioteca Calabrese di Soriano VV) e all’editore Giuseppe Meligrana. E’ un evento da non perdere assolutamente!…. Noi ci diamo appuntamento alle “Lettera n. 573”. Grazie per te che pubblichi, per i nostri amici che ci leggono e per coloro che saranno a Taurianova. Cordialità a tutti e “W la Calabria Prima Italia”!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)