R. e P.
Egregio Vice Presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, Gentili Consiglieri del Consiglio direttivo, Gentili Membri della Comunità del Parco,
mi sono decisa a scrivere questa lettera, perché, da avvocato e da cittadina canolese, voglio esprimere tutto il disappunto, nonché dispiacere, nel vedere giorno dopo giorno le bellezze del mio territorio deturpate senza poter porre alcun rimedio. C’è bisogno dunque, di un rilancio del rapporto tra Parco, organi istituzionali, cittadini e associazioni che operano nel campo della tutela dell’ambiente e del sapere, e che negli ultimi anni si sono fatti promotori di attività socio culturali per la valorizzazione del paesaggio montano, allo scopo di ristabilire rapporti collaborativi e consapevoli del ruolo dell’Ente nel processo di rivalutazione delle nostre tradizioni e dei nobili scopi che ogni giorno, ognuno di noi si adopera a perseguire per onorare al meglio la nostra Terra.
Canolo, così come altri paesi dell’Aspromonte, da un po’ di anni a questa parte lamenta della totale indifferenza del Parco ai problemi faunistici e ambientali dei suoi luoghi (il problema dei cinghiali mi sembra sempre più drammatico e di attualità e il suddetto Ente non ha mai presentato alcun piano efficace per il contenimento di questi ungulati. Ma vi è di più: nessuna risposta è mai giunta dai suoi rappresentanti a seguito delle numerose sollecitazioni provenienti dai cittadini, riguardo alla presenza diffusa delle larve della Processionaria del pino nell’ambiente boschivo di questo paese, né alcuna attività di contrasto, monitoraggio a questo insetto, divenuto, nostro malgrado, un triste elemento di distruzione del paesaggio forestale per le problematiche igienico sanitarie connesse alla pullulazioni della specie è stata posta in essere, così come era stato promesso, al fine di debellare la presenza diffusa del fitofago). Noi ci troviamo a vivere in questo piccolo Comune facendo fronte a diversi tipi di problemi e carenze e come se tutto ciò non bastasse, ci accorgiamo, col passare del tempo, che quello che ci circonda, le ricchezze che ci offre il paesaggio montano, non vengono più considerate risorse, ma beni soggetti a vincoli istituzionali.
Col passare del tempo, questa comunità vede il proprio territorio scomparire nell’incuria, un territorio soggetto, inoltre, a gravi rischi idrogeologici, con strade di montagna prive di ordinaria manutenzione, staccionate mai curate e operai dell’Ente mai adoperati per il monitoraggio dei luoghi. Il nostro paese accoglie sempre meno visitatori, e vi posso assicurare che in questi turisti vi è molta preoccupazione e incredulità quando si trovano a visitare un luogo della Comunità del Parco Nazionale dell’Aspromonte, uno dei più affascinanti e suggestivi d’Italia.
Concludendo queste mie brevi righe, ne affido a voi, alla vostra competenza e alla vostra sensibilità, una valutazione serena e, confido, in un sollecito provvedimento nella direzione auspicata, per una maggiore equità di trattamento, partecipazione attiva, discussioni periodiche e confronto anche per Canolo, al fine di farci sentire parte di un solo Organo Istituzionale che abbia la capacità di far fronte alle istanze di questo paesaggio.
Con il rispetto istituzionale per il ruolo da voi rivestito, saluto cordialmente,
Avv. Antonella Calautti