Mi scusi Presidente, oggi, nonostante da locrese abbia vissuto tutta l’emozione e il grande onore legati alla Sua visita in Città, ho potuto apprezzare le sue vibranti e sincere parole solo via web e non di presenza.

Ma è proprio ascoltandole che ho deciso di scriverLe, come tanti altri miei conterranei han fatto nei giorni scorsi, ma lo farò focalizzandomi esclusivamente sulle alcune importanti prerogative che la Costituzione, di recente rinvigorita dall’esito del recente Referendum, Le assegna direttamente: il ruolo di Presidente del CSM, il Comando delle Forze Armate, la rappresentanza dell’Unità nazionale.

Vede Presidente, da tempo nel corso dell’azione politica che insieme a tanti altri cittadini stiamo portando avanti con energia, impegno e passione civile abbiamo più volte sollevato l’inerzia e la “disattenzione” da parte di Magistratura e Forze dell’Ordine nei confronti di quasi tutto ciò che non è strettamente legato alla ‘ndrangheta, alle mafie.

È una inerzia, una disattenzione, che indirettamente e direttamente colpisce chi con onestà e caparbietà porta avanti la propria vita in questa martoriata terra sia essa legata alla vita politico-amministrativa locale, sia essa una semplice vita da cittadino non impegnato.

Mi riferisco ai tanti amministratori onesti che di riflesso sono messi ancora più a rischio quando ad altri amministratori più disinvolti viene permesso ciò che nel resto d’Italia verrebbe immediatamente sanzionato.

Mi riferisco ai cittadini a cui viene candidamente detto, nelle caserme e nei palazzi di Governo,  che la giustizia ordinaria può aspettare perché c’è da combattere la ‘Ndrangheta.

Mandando in malora il concetto di tolleranza zero, di “Teoria della finestra rotta”, di fiducia piena nelle Istituzioni.

Le mafie prosperano anche e soprattutto quando riescono a garantire un’illusoria giustizia “spicciola” e lasciarle campo libero è molto più pericoloso rispetto ai benefici che possono portare interventi massicci a seguito del prosperare del caos.

E fa più paura se, di fatto, non si può far neanche leva sulle conseguenze dell’intervento dello Stato di fronte a indotti comportamenti fraudolenti imposti ai componenti della PA locale.

In questi anni sono stati comunque notevoli gli sforzi fatti ed è sotto gli occhi di tutti il lavoro portato avanti sia nella bonifica criminale del territorio sia nel prendere atto delle situazioni inopportune all’interno delle Istituzioni dello Stato.

Ma ciò non può essere un lavoro portato avanti a fasi alterne e non è accettabile né sostenibile che esistano sacche di impunità e addirittura di “invisibilità” rispetto all’azione dello Stato così come non è accettabile che venga permesso ad alcuni, pochi,ma deleteri, servitori dello Stato, parafrasando e invertendo un’amara e purtroppo maledettamente profetizzante frase del Generale Dalla Chiesa, di comportarsi nella Locride come se in servizio a Forlì (considerazione ormai anacronistica data la pervasività cosmopolitica delle mafie, anche nostrane) in attesa di promozioni o di dorata fase di pre-pensionamento.

Questo è quello che umilmente Le chiedo, di farsi garante dell’unità nazionale e della normalità universale intervenendo e monitorando il più possibile le situazioni che hanno portato e portano questo fazzoletto di terra a sentirsi a democrazia e a legalità limitata.

Locri e questa provincia non sono solo ‘Ndrangheta, anzi, ma anche la ‘Ndrangheta non è il solo male di questa nostra terra

Antonio Guerrieri
Sinistra Italiana Locri