Dottrina elaborata dal filosofo greco Epicuro , nato a Samo nel 341 e morto nel 270 a.C. , che apri una scuola filosofica a Mitilene e poi ad Atene , con numerosi discepoli . Di lui ci rimangono vari scritti , fra cui tre lettere e frammenti di un Trattato sulla natura. Si occupo di logica , fisica ed etica . Concepì la filosofia come un mezzo per essere felici . Nel suo insegnamento è predominante la parte relativa all’etica o morale . Per Epicuro la perfetta felicità è raggiungibile grazie all’eliminazione del dolore e al conseguimento di una condizione di pace e di equilibrio interiori che coincide con l’insegnamento dell’atarassia (assenza di turbamento) e dell’aponia ( assenza di dolore) . L’anima deve liberarsi dai desideri non necessari e soddisfare esclusivamente quelli appagabili ; solo cosi si può raggiungere la felicità . Altre condizioni per essere felici sono l’eliminazione del terrore della morte ( la morte il piu atroce di tutti i mali , non esiste per noi . Quando noi viviamo la morte non c’è , quando c’è lei non ci siamo noi . Riguardo alla fisica , sulla scorta di Democrito che, come afferma Dante “‘l mondo a caso pone” , concepisce la realtà formata da atomi uguali per qualità e per quantità . Queste particelle sono eternamente in movimento verticale e si incontrano casualmente grazie a una deviazione della dalla verticale ( clinamen ) su cui si muovono . Anche l’anima . come ogni altra cosa , è il risultato di un’aggregazione di atomi ed è perciò mortale come il corpo: da qui il suo materialismo . Questa dottrina etica è stata anche interpretata , con una certa forzatura , come una forma di edonismo ( modo di di vita che tende solo ai piaceri e alle soddisfazioni materiali).
L’espressione seguaci di Epicuro al verso 14 del Canto X non deve essere intesa nel significato proprio , ma in senso più generale . Tra l’altro essendo Epicuro vissuto prima di Cristo non potrebbe nemmeno essere considerato eretico . Dante nel Convivio non aveva espresso una valutazione negativa dell’epicureismo , quasto contrasta con quanto detto nelle Commedia. La condanna accomuna Federico II , Farinata , Cavalcante , il Cardinale non tanto in quanto facenti parte di una setta eretica organizzata , quanto negatori di un dogma contrario alla fede cristiana , quello dell’immortalità dell’anima , il che li accomuna ai seguaci di Epicuro , il primo e più autorevole sostenitore di tale tesi.
Professore Vincenzo Bruzzaniti