Il ricorso del Governo contro l’ordinanza della Regione Calabria deve essere discusso dalla Corte costituzionale e non dal Tar. Lo hanno sostenuto gli avvocati Oreste Morcavallo, Andrea Di Porto e Massimiliano Manna – quest’ultimo dell’Avvocatura regionale – che assistono la Regione. “Si tratta – ha spiegato l’avvocato Morcavallo – di una contrapposizione tra poteri dello Stato che puo’ essere decisa solo dalla Corte costituzionale in base all’art. 134 della Costituzione”.
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L’avvocatura dello Stato, per conto del Governo, ha rinunciato alla procedura accelerata con la richiesta di decreto cautelare monocratico al presidente del Tar di Catanzaro nel procedimento aperto contro la Regione Calabria per l’ordinanza della presidente Jole Santelli che consente il servizio ai tavoli, se all’aperto, per bar e ristoranti. Lo hanno annunciato i legali nel corso dell’udienza tenuta stamani. Il presidente del Tar ha quindi fissato per sabato 9 Maggio, alle 9.30 l’udienza collegiale che esaminerà il ricorso.
L’ordinanza, in vigore dal 30 Aprile scorso quindi da 6 giorni, resta in vigore e in Calabria tutte le attività consentite dalla Regione sono permesse per legge, e lo saranno in ogni caso almeno finchè non arriverà la decisione del Tar (qualora dovesse essere contraria). I bar, i pub, le pizzerie e i ristoranti che hanno tavolini all’aperto, oltre a poter consegnare il cibo ai clienti con la modalità dell’asporto come previsto dal Dpcm del Governo nazionale, possono continuare a servire gli avventori.
Intanto sono molte altre le Regioni che si stanno allineando alla Calabria o addirittura hanno concesso ulteriori libertà anche più significative (in Sardegna è consentito celebrare le messe con i fedeli in chiesa, in Sicilia hanno riaperto i cimiteri) e da ieri tutt’Italia è entrata nella fase 2 con molte attività consentite dal Governo su tutto il territorio nazionale.