Le Beatitudini ricorrono spesso nella Divina Commedia e sono tutte enunciate nel Purgatorio : sono sette riprese dai Vangeli di Luca e di Matteo , mentre un’ottava Beatitudine è inventata dallo stesso Dante . Iniziamo dalla prima ( canto XII, 110 ) , che riguarda ” i poveri in Spirito ” ed è citata da Dante nella formulazione latina della Vulgata relativa al testo di Matteo (5,3): Beati Pauperes spiritu! Questa proclamazione precede l’epifania dell’Angelo dell’umiltà : il che fa ipotizzare che Dante aderisca alla tradizione esegetica , che intendeva il testo matteano come Beati coloro che spiritualmente sono umili . La seconda Beatitudine ( canto XV, 38) riguarda i misericordiosi . L’angelo della misericordia proclama Beati misericordes ! Dante qui riprende da Matteo (5;7) “Beati i misericordiosi perchè troveranno misericordia” , ma aggiunge : Godi tu che vinci ( sottinteso il peccato dell’invidia ). Il tu può essere Dante , ma anche Cristo , che può compiacersi di avere vinto il peccato e aver liberato Dante stesso . La terza Beatitudine dantesca ( si rifà a Matteo 5,9) riguarda i pacifici . L’angelo della mansuetudine proclama ( canto XVII, 68-69) : Beati i Pacifici e poi aggiunge ” che sono senz’ira mala “. Questa beatitudine consenta a Dante di distinguere fra ira buona e ira mala . La prima è l’impeto di ribellione al male per affermare il bene ; mentre la seconda ira è quella irrazionale, che va al di la dei limiti della giustizia .

La quarta Beatitudine che si richiama a Luca (6,21 ) è rivolta a coloro che piangono . Qui Iugent affermando di essere beati ,/ ch’avran di consolare l’anime donne(canto XIX , 50 ). Coloro che piangono , per Dante , hanno le loro anime padrone , cioè signore di consolazione . E passiamo alla quinta Beatitudine ( Ripresa da Matteo 5,6) che Dante formula ( canto XXII 4,6) cosi: e quei c’hanno a giustizia lor disiro / detto n’avea beati. e le sue voci/ con sitiunt , senz’altro ciò forniro. Il verbo sitiunt è ripreso dalla Vulgata per esaltare i giusti , che si oppongono alla cupidigia e sanno conservarsi fedeli alla misura e all’equilibrio. La sesta Beatitudine ( canto XXIV, 151,154 è ripresa da Luca 6,2) e allude agli aventi fame : “Beati cui alluma / tanto di grazia , che l’amor del gusto / nel petto troppo desir non fuma/ esuriendo sempre quando è giusto! ” Importante e la conclusione ,che significa “provare sempre fame soltanto della giustizia . La settima Beatitudine Beati mundo corde è quella del XXVII Canto . Dante Conclude le sue Beatitudini con una proposta da lui che condensa uno dei messaggi più profondi del Cristianesimo : Il perdono divino . Nell’incipit del Canto XXIX(v,3) infatti, Matelda proclama: beati quorum tecta sunt paccata ! (” Beati coloro ai quali i peccati sono coperti da perdono .

Professore Vincenzo Bruzzaniti