In soli quattro anni, ovvero dal 2019 e fino al 2023, sono stati 64 i latitanti inseriti nell’elenco cosiddetto di “massima pericolosità” o comunque “pericolosi”.
Si tratta nel dettaglio di sei di massima pericolosità, cioè tre affiliati alla ‘ndrangheta, due alla camorra e uno all’area definita responsabili di “gravi delitti”); 58 sono invece i pericolosi, tra cui sono comprese anche 12 donne, 28 son ritenuti responsabili di “gravi delitti”, 15 di appartenere alla ‘ndrangheta, 10 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese e uno a cosa nostra.
Sempre tra il 2019 e l’anno scorso, poi, di latitanti ne sono stati assicurati alla giustizia 55, di cui 7 di massima pericolosità e 48 pericolosi.
Sono attualmente tre quelli inseriti nell’elenco di massima pericolosità: Renato Cinquegranella appartenente alla camorra, Attilio Cubeddu responsabile di “gravi delitti” e Giovanni Motisi affiliato a cosa nostra. A questo numero si è giunti dopo gli arresti di Matteo Messina Denaro, Pasquale Bonavota e i calabresi Francesco Pelle e Rocco Morabito.
Sono i dati di sintesi che emergono dal report stilato in occasione della riunione, a Roma, del Giirl, ovvero il Gruppo Integrato Interforze per la ricerca dei Latitanti, ed a cui hanno preso parte i vertici delle forze di sicurezza italiane: Raffaele Grassi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e Direttore Centrale della Polizia Criminale; Stefano Delfini, Direttore del Servizio Analisi Criminale; oltre ai rappresentanti del Gruppo.
Dal documento è emerso anche come dal 1 gennaio di quest’anno e fino ad oggi siano stati già assicurati alla giustizia tre latitanti pericolosi: Andrea Deiana, ritenuto responsabile di “gravi delitti”, arrestato il 12 gennaio a Città del Messico; Marco Raduano, appartenenti alla criminalità pugliese, ed evaso dalla Casa Circondariale “Badu e Carros” di Nuoro e arrestato l’1 febbraio in Francia; e Gianluigi Troiano affiliato alla criminalità pugliese, evaso dagli arresti domiciliari l’11 dicembre 2021 e arrestato il 30 gennaio in Spagna.
Il Gruppo Integrato Interforze per la ricerca dei Latitanti, presieduto dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, è costituito dai rappresentanti dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Direzione Investigativa Antimafia, della Direzione Centrale della Polizia Criminale, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nonché dell’Aisi e dell’Aise (i servizi di intelligence), con il supporto del Servizio Analisi Criminale.
Il Giirl raccoglie e analizza le informazioni fornite dai suoi componenti per integrare e aggiornare gli elenchi denominati rispettivamente, in base al grado di pericolosità dei soggetti: “Elenco dei latitanti di massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca” ed “Elenco dei latitanti pericolosi”.
Nel settembre 2023, la composizione del Gruppo è stata integrata da un rappresentante della Polizia Penitenziaria per arricchire di ulteriori notizie il quadro investigativo, soprattutto per quei soggetti che siano già stati detenuti.
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