R. e P.

La terza sezione della Corte di appello di Milano ha assolto G. S., pluripregiudicato Siciliano, dal reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso , condannandolo per porto abusivo di arma comune da sparo in luogo pubblico.

I fatti risalgono ai primi giorni del mese di aprile dell’anno scorso quando G. si è recato in una carrozzeria dell’interland Milanese per far riparare la macchina della madre coinvolta in un incidente stradale.

Alcuni giorni dopo ritornava nella suddetta carrozzeria per chiedere come mai la macchina non era stata ancora riparata. La vicenda degenerava e G. finiva per litigare con tre persone, tra cui il titolare della carrozzeria al quale puntava una pistola calibro 9 alla testa, e dopo averlo colpito con schiaffi e pugni, gli intimava di servirlo subito , esplodendo alcuni colpi di pistola contro un autovettura parcheggiata nel cortile della carrozzeria , dileguandosi.

Irreperibile fino a ottobre 2023 veniva arrestato a Strongoli (KR) dai carabinieri di Cirò Marina ai quali forniva documenti di identità intestati a un’altra persona.

Per questi motivi G. S. veniva condannato dal Gup del Tribunale di Monza alla pena di anni 7 e mesi 6 di reclusione, ridotti di 1/3 per la scelta del rito, per l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione di arma da guerra, sparo in luogo pubblico , danneggiamento , minacce e lesioni aggravate da motivi abietti.

La difesa , rappresentata dall’avvocato Giuseppe Zangari del foro di Locri, contestava la sentenza di primo grado facendo assolvere G. dai reati ostativi , in particolare da quello di tentata estorsione aggravata , spiegando alla Corte che le indagini non hanno provato quanto era stato riferito dal titolare della carrozzeria e dalle altre 7 persone che avevano assistito ai fatti ,e che contrariamente a quanto richiesto dal PM e deciso dal giudice di primo grado l’accusa di tentata estorsione era infondata perchè G. S. non aveva trasmesso timore ai titolari della carrozzeria e tra l’altro l’autovettura della madre, all’epoca dei fatti, era stata affidata ad un altra carrozziere per riparare i danni. Per tali motivi la Corte di Appello di Milano ha ridotto la pena da 7anni e 6 mesi a 3 anni.