L’itinerario dei sentieri bizantini vissuto dall’Associazione Socio-Culturale Nuova Solidarietà, sempre operativa nel Terzo Settore e non solo, nel piccolo borgo calabrese. STAITI guidata, per la prima volta da una donna Sindaco, Giovanna Pellicanò, al suo secondo mandato, la cui diponibilità a favore dei visitatori è eccezionale anche perché è una studiosa del suo territorio e di tutte le opere che in esso sono racchiuse.
Qui due secoli fa, giunse l’esploratore inglese dell’Ottocento, Edward Lear che nel suo disegno litografico ci dà un’immagine dell’antica Staiti col Palazzo nobiliare e la Chiesa di Santa Caterina (ora scomparsa). Ma quella che è apparsa, al gruppo di Nuova Solidarietà che ha scelto questa meta, è una Staiti a tratti diversa da quella in cui il viaggiatore britannico, seguendo il sentiero dell’Inglese, itinerante anche a Pietrapennata, si lamentava della puzza della seta provenire dalla casa della famiglia che lo ospitava. Comunque sia il più piccolo borgo calabrese, con appena 176 persone di cui 4 bambini e 8 adolescenti, nel cuore pulsante della Calabria greca è ancora arroccata nella natura come una piccola ma preziosa perla splendente ed è custodita dentro una valva negli abissi delle profondità del mare. In questo caso ci siamo immersi entro un flusso non marino ma di ben più profonda spiritualità scandita da Chiese, fontane e dal Museo dei Santi Italo-Greci, alla riscoperta delle nostre radici e peculiari tradizioni. La mattinata escursionistica è stata allietata dalla visita alla Chiesa della Vittoria nell’omonima Piazza, (ma la patrona di Staiti è Sant’Anna per motivi daziali) fatta costruire dalla famiglia Stayti Spatafora per celebrare la vittoria della battaglia di Lepanto del 1571, raffigurata da un arazzo adesso assente. Dopodiché siamo passati a visitare il museo dei Santi Italo Greci con ben 22 icone realizzate dall’artista russo Sergej Tikhonov sulla base di affreschi, icone, mosaici e dei precedenti compendi e manualistica tra cui i Bios. I santi illustrati nelle icone realizzate secondo antichi codici sono stati sapientemente descritti assieme ad altri oggetti sacri nei pannelli didattici, dal sindaco del paese Giovanna Pellicano’ che ha fatto da guida all’intero percorso per l’intera giornata. Il pomeriggio, dopo il pranzo presso una tipica Taverna, il cammino dei partecipanti all’evento è proseguito verso la Chiesa di Santa Maria dei Tridetti, Chiesa scoperta da Paolo Orsi e datata XI secolo, ma d’impianto non normanno ma bizantino, dove anticamente sorgeva il tempio di Poseidone. Un luogo non ortodosso né cattolico ma di rito greco in cui compare spesso il numero tre: tre sono le dita benedicenti, tre sono le absidi, tre sono i vani all’interno. I monaci della vallata si riunivano qui, partendo dalle loro spelonche tra i boschi. Finisce così un interessante itinerario alla riscoperta di un passato che rivela il volto di una terra che andrebbe maggiormente valorizzata, un patrimonio, un unicum da passare a testimone alle future generazioni di un paesino caratteristico di appena 176 anime: Di questo siamo tutti responsabili di tutti.
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