L’artrite reumatoide è una patologia che colpisce lo 0.5 per cento dei paesi sviluppatie se non dovesse essere curata potrebbe causare dei gravi problemi all’ interno dell’organismo del paziente affetto. Per capire di che cosa si tratta, abbiamo deciso di chiedere informazioni al Dottor Carlo Iandoli, medico chirurgo,  esperto in Reumatologia.

LA MALATTIA

Dottor Iandoli sentiamo spesso parlare di questa patologia, l’artrite reumatoide. Di che cosa si trattae quali sono le cause che la determinano?

L’artrite Reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, su base autoimmune, che colpisce prevalentemente le articolazioni ma può interessare anche gli organi interni, come l’occhio, il polmone, la cute, il cuore e per questo motivo viene definita anche sistemica. È una malattia multifattoriale: oltre a una predisposizione genetica di base occorre che intervengano altri fattori ambientali scatenanti: batteri e altri agenti patogeni e fumo di sigaretta sono quelli maggiormente sospettati.

L’INCIDENZA

I pazienti che contraggono l’artrite reumatoide sono anziani oppure ci possono essere anche dei casi di ragazzi giovani?

Il picco di incidenza della malattia è tra la quarta e sesta decade di vita. In generale può colpire qualsiasi fascia di età. Al di sotto dei 18 anni rientra in un gruppo di malattie che vengono definite artriti idiopatiche giovanili. Come quasi tutte le malattie autoimmuni predilige il sesso femminile con un rapporto di incidenza femmine maschi 3:1.

I SINTOMI

Consultare il medico in caso di sintomi diventa molto importante soprattutto nella cura. Quali sono i sintomi dell’artrite reumatoide e invece quali potrebbero essere le prime indagini che un paziente dovrebbe fare in caso di sospetto?

Dobbiamo sospettare un esordio di Artrite Reumatoide quando sono presenti artralgie infiammatorie soprattutto a carico delle piccole articolazioni. Il paziente tipicamente lamenta un dolore articolare che si esacerba con il riposo e migliora con il movimento. È un dolore prevalentemente notturno e mattutino. Altro campanello d’allarme è la rigidità mattutina, la sensazione di impaccio nei movimenti, che definiamo significativa quando superiore ai 30 minuti. L’artrite propriamente detta è la flogosi dell’articolazione con tumefazione, dolore, rossore e impotenza funzionale.

Le indagini da eseguire comprendono esami ematomchimici come emocromo, VES, PCR, Fattore Reumatoide, anticorpi anti peptidi citrullinati ma anche esami strumentali: Radiografie, ecografie, TC. Il ruolo centrale nella diagnosi è sempre assolto dal Medico Reumatologo che in base alla visita medica riuscirà ad indicare quali esami svolgere.

EVITARE LA CURA

Se un paziente decidesse di non curarsi quali potrebbero essere le conseguenze?

Se il paziente decidesse di non curarsi le conseguenze potrebbero essere l’anchilosi delle articolazioni e quindi la perdita della capacità di muovere un dito, un gomito, un ginocchio. Il paziente potrebbe avere complicanze cardiovascolari, polmonari, oculari. In passato, prima dell’impiego di farmaci capaci di bloccare la malattia, si poteva anche morire di Artrite Reumatoide.

LA CURA

Una volta scoperta la patologia, quali sono le cure da seguire?

Il malato di Artrite Reumatoide di oggi è relativamente fortunato rispetto a quello di 40 anni fa. Oggi abbiamo a disposizione molti farmaci capaci di bloccare la malattia. A parte i tradizionali immunosoppressori, oggi abbiamo a disposizione i farmaci biotecnologici. Questi ultimi sono prodotti tramite tecniche di ingegneria genetica ed hanno il grosso vantaggio di agire selettivamente su una citochina (molecola responsabile dell’ infiammazione). Abbiamo poi a disposizione una nuova famiglia di molecole, i cosiddetti inibitori delle Janus chinasi. Hanno il vantaggio di essere somministrati per via orale e negli studi clinici hanno dimostrato alti livelli di efficacia nel trattamento della malattia. Chiaramente esiste un percorso terapeutico da seguire: si parte dalle terapie di primo livello e se il paziente non risponde si passa a quelle di secondo e terzo.

LA SPERANZA

L’artrite reumatoide rimane una patologia di studio, non del tutto conosciuta, generata da fattori  ancora oggi incerti. Attualmente cosa si è scoperto su questa malattia e crede che nel futuro ci saranno   studi che condurranno alla completa risoluzione del problema?

C’è da dire che la novità e la necessità assoluta in Reumatologia e in medicina in generale, ad oggi, è la medicina personalizzata. I malati di Artrite Reumatoide sono diversi tra loro perché diversi sono i meccanismi infiammatori e le citochine alla base degli stessi che mediano la malattia.

Oggi si sta tentando attraverso lo studio delle biopsie sinoviali di capire quali cellule sono prevalentemente coinvolte nell’Artrite di quello specifico paziente e quindi quale potrebbe essere la sua terapia, cucita su misura. Altro filone di ricerca fondamentale riguarda il microbiota, questo insieme di germi normalmente considerati buoni e che si localizzano soprattutto a livello intestinale e che, se alterato quali-quantitativamente, abbiamo visto può concorrere alla patogenesi dell’Artrite Reumatoide ma anche di altre malattie autoimmuni.

Giovanni Padalino – milanofree.it