di Gianluca Albanese – lentelocale.it
BOVALINO – «E’ un decretino». Il medico Enzo Schirripa, ex primario del reparto di Dermatologia dell’ospedale di Locri è uno che i problemi della sanità locridea li conosce bene, e sa che non possono essere trattati con leggerezza e demagogia. Men che meno sull’onda emotiva delle immagini di uno show televisivo. Intervenuto questo pomeriggio come relatore, nella sala consiliare del palazzo municipale di Bovalino, alla presentazione del “Manuale per una riforma della sanità in Calabria” di Rubens Curia, liquida con una battuta l’annuncio a effetto fatto dal ministro della Salute Giulia Grillo, che dopo aver visitato a sorpresa, in mattinata, gli ospedali di Locri e Polistena, ha indetto una conferenza stampa in prefettura per annunciare un decreto ad hoc col quale si prefigge, come prima finalità, la sostituzione dei vertici delle aziende sanitarie provinciali della Calabria.
Premesso che la visita di un ministro rappresenta sempre e comunque un segnale di attenzione verso i territori, non c’illudiamo però che con una visita a sorpresa e, ancor di più, con l’annuncio di un turn over dei vertici aziendali, tutti i numerosi problemi che attanagliano la sanità reggina, la cui azienda sanitaria è stata destinataria dell’invio di una commissione d’accesso per verificare eventuali infiltrazioni mafiose, possano risolversi con un semplice colpo di spugna.
Come ha ricordato lo stesso Curia, profondo conoscitore delle tematiche sanitarie, sono stati molti gli avvicendamenti al vertice dell’Asp reggina negli ultimi anni, comprese le nomine di ex militari e uomini di legge ma, ahinoi, i problemi tali erano e tali sono rimasti.
Semmai, proprio questa logica dell’Uomo della Provvidenza, che sostituisce il suo predecessore dopo essere stato individuato e nominato per “mettere le cose a posto”, sembra una soluzione fin troppo semplicistica, e buona per un pubblico sensibile solo alle soluzioni ad alto impatto mediatico.
Sarebbero tanti, infatti, i livelli di azione e di programmazione, che servirebbero, per risollevare le sorti della sanità nella nostra terra, e garantire un’offerta sanitaria ottimale, al di là del gran lavoro di medici, infermieri e Oss, che in alcuni casi rasenta l’eroismo.
L’ETICA DELLA RESPONSABILITA’
Se un medico cagiona un danno a un paziente durante un intervento chirurgico o una terapia e la sua responsabilità viene accertata dalla magistratura, deve pagare. Nella peggiore delle ipotesi paga con minacce e intimidazioni, una su tutte l’auto bruciata al chirurgo Luigi Brugnano qualche anno fa, un medico serio e coscienzioso che non sbaglia mai, sebbene sia sottoposto a carichi di lavoro enormi e a pressioni e aspettative oltre ogni limite. Se sbaglia chi ha in mano le leve del potere nella sanità locridea, invece, sembra di no. Altrimenti non si spiegherebbe come mai, dopo diversi lustri, non ci sarebbe stata, dopo l’installazione, l’omologazione degli ascensori (carenza che impedisce a qualsiasi ditta di manutenzione di accollarsi responsabilità contrattuali, lasciando spazio a interventi riparatori senza contratto e spesso assai costosi e non risolutivi), o come non ci sia un bilancio da anni e, come evidenziato nella ricostruzione della vicenda alla base del processo che si è aperto stamani, nessuno ha mai controllato e ha mai pagato per l’erogazione di emolumenti stipendiali a chi non ha lavorato per anni o, peggio ancora, aveva subito delle condanne penali passate in giudicato. Prendersela con chi ha prima intascato i soldi e poi li ha restituiti è un approccio solo apparente al problema: la cosa più grave è che non si sia riusciti a determinare con certezza chi ha materialmente preparato quelle buste paga, pagando soldi dell’Asp non dovuti. Nemmeno dopo otto anni. Insomma, il problema sembra risiedere, più che nel medico o nel dirigente attuale, che diviene facile bersaglio di un’opinione pubblica forcaiola, in un sistema ormai sedimentato da decenni in cui molti hanno tratto benefici indebiti, a scapito dei servizi per la collettività. Ricostruire i passaggi di questo malcostume protratto da mezzo secolo è impresa assai ardua, ma basterebbe a introdurre, nella gestione della sanità pubblica, quel criterio di responsabilità che sembra essere sempre mancato a vari livelli e che ha trasformato, decennio dopo decennio, l’ospedale in una gallina dalle uova d’oro in cui chi ha potuto arraffare qualcosa lo ha fatto. E’ anche vero che nemmeno il lavoro delle commissioni antimafia e d’indagine che hanno lavorato negli anni passati sembra per prodotto risultati di rilievo, anche perché, in qualche caso, non si è inteso dare seguito alle conclusioni a cui le varie commissioni sono giunte al termine del loro lavoro. Facile prendersela coi medici, gli infermieri e gli Oss, sempre in prima linea nonostante tutto. Altrettanto facile alimentare quel clima di sfiducia che, secondo quanto riferitoci da fonti interne dell’ospedale di Locri, ha causato un brusco calo dei ricoveri all’ospedale di Locri dopo la messa in onda del servizio de “Le Iene”. Servirà questo clima di sfiducia? Crediamo di no. E allora, se di sicuro non servono i militari dell’esercito nelle corsie per controllare che tutto funzioni, come auspica qualcuno, serve semmai che chi è preposto ai controlli faccia il proprio dovere e sanzioni, con gli strumenti previsti dalla Legge, chi sbaglia, soprattutto ai vertici.
PREVENZIONE, SANITA’ TERRITORIALE E DEOSPEDALIZZAZIONE, LE PROPOSTE DI RIFORMA SUGGERITE DA CURIA
Accennando ai contenuti del suo libro, che tanto interesse sta suscitando tra chi vuole trattare seriamente le tematiche sanitarie nella nostra regione, Rubens Curia ha esordito, questo pomeriggio, con una domanda relativa all’importanza della prevenzione delle malattie tumorali. «Quanti di voi – ha detto Curia rivolgendosi al pubblico – hanno ricevuto l’invito, da parte dell’Asp, a sottoporvi gratuitamente a un esame gratuito per verificare l’eventuale presenza di sangue occulto nelle feci, che potrebbe indicare la presenza di una malattia neoplastica al colon retto? Nessuno, ma vi assicuro che i fondi ci sono e che la prevenzione oggi è il primo fondamentale passaggio per evitare cure invasive e interventi chirurgici domani». Ovviamente, questo vale per i controlli in cardiologia, per le mammografie e per i pap test e così via. Già, perchè la prevenzione è il primo livello di azione per chi vuole veramente una sanità capace di curare efficacemente ogni problema di salute alla radice.
Ma non solo. Un altro concetto fondamentale è quello della medicina territoriale, «Perchè le case della salute, tra cui quella che si deve realizzare da tempo a Siderno – ha spiegato Curia – non è un semplice poliambulatorio, ma implica la presenza di posti letto e servizi non riconducibili all’emergenza-urgenza. Per non parlare dell’importanza della continuità assistenziale e della medicina del territorio, da garantire H24 specie per chi abita in montagna o comunque in zone lontane dagli ospedali, che avrebbe sicuramente maggiori vantaggi per chi potrebbe avere difficoltà a mettersi in macchina per raggiungere l’ospedale». Una logica, questa, valida soprattutto per i codici bianchi e verdi, e che potrebbe essere utile ad alleggerire il Pronto Soccorso dell’ospedale, che attualmente lavora in condizioni di assoluto disagio e sovraffollamento. Ma serve soprattutto un approccio diverso da parte degli utenti, che troppo spesso si rivolgono al pronto soccorso per prestazioni che potrebbero essere gestite da ambulatori dislocati sul territorio o dagli stessi medici di famiglia, oggi sacrificati troppo spesso dai vincoli stringenti della normativa sulla cosiddetta “appropriatezza” e relegati in larga parte al ruolo di compilatori di ricette e impegnative. Fantascienza? Crediamo di no. Basta dare a ognuno il proprio compito preciso e in maniera rispettosa della propria professionalità.
Ovviamente, il manuale di Curia tratta in maniera dettagliata e completa le tematiche appena accennate nel corso dell’incontro odierno e vale la pena approfondirle.
Di certo, le varie problematiche che si sono sedimentate e accumulate nel corso di decenni non possono essere risolte dall’oggi al domani, ma un lavoro paziente, certosino e lungimirante che sappia ridisegnare in maniera organica l’offerta sanitaria senza lasciare scompensi e lacune, appare oggi come l’unica via possibile per dare risposte ai bisogni dei cittadini-pazienti.
Il dibattito è aperto. Si accettano tutti i contributi al tema, privilegiando, ovviamente, quelli sensati e dettati dal buon senso, e non dall’emotività o dalla partigianeria da social network.