“La sanità della nostra regione, dopo 14 anni di commissariamento, sta peggio di prima, nonostante il budget assegnato al comparto ammonti a quasi 4 miliardi, per la precisione 3,391 miliardi”. Lo scrive la Uil Calabria in un report presentato questa mattina a Catanzaro dal segretario generale del sindacato calabrese, Maria Elena Senese, e dal segretario generale della Uil Fpl, Walter Bloise. “In questi anni – si legge nel report – sono stati chiusi 18 ospedali, sono stati effettuati tagli lineari, è stato bloccato il turnover del personale, non sono stati stabilizzati tutti i precari. A fronte di una media nazionale di 2.140 euro, la spesa corrente più bassa in sanità si registra in Calabria con 1.748 euro. Però, mentre si tentava di frenare la crescita dei costi del sistema sanitario allo stesso tempo si impediva al servizio sanitario regionale di attuare nei fatti la sua universalità.
Lo dimostra il dato monstre relativo all’emigrazione sanitaria che, in questi anni, ha sforato la soglia dei 200 milioni di euro: il 43% dei pazienti si rivolge a strutture sanitarie di regioni non confinanti. Questo dato – rileva la Uil Calabria – evidenzia non solo lo storico ritardo delle nostre strutture sanitarie pubbliche ma sottende anche una sempre più alta percentuale di sfiducia nei confronti della sanità calabrese”.In Calabria – aggiunge poi la Uil Calabria – “mancano i medici di famiglia, è allarme: nel 2026 saranno 135 in meno. Il deficit di medici di medicina generale si attesta ad oltre 3100 professionisti. La stessa carenza di professionisti si riscontra presso gli ospedali calabresi. Secondo la Regione Calabria, nel territorio i medici mancanti sono 2.500. Sono 450 le richieste di trasferimento all’estero. Per rimediare a questo deficit la Regione è ricorsa all’aiuto dei medici cubani come risorsa emergenziale. In Calabria, poi, non si disdegna il ricorso ai cosiddetti medici gettonisti. La Regione spende per ciascun medico 4.700 euro lordi al mese. Un medico gettonista può arrivare a pesare sul bilancio della sanità regionale 43mila in più rispetto a un professionista della sanità pubblica”.
Nel report, che contiene anche i piani di fabbisogno da parte delle Asp e delle aziende ospedaliere, la Uil Calabria avanza anche diverse proposte per un’inversione della tendenza: “Chiediamo soprattutto – hanno spiegato Senese e Bloise – una stagione straordinaria di assunzioni: serve una mano da parte del governo per cambiare le regole o fare deroghe rispetto alle assunzioni. Appena la Regione approverà questi fabbisogni è necessario assumere migliaia di operatori. L’obiettivo poi è quello di ridurre le liste di attesa, ma – hanno evidenziato i dirigenti della Uil – è paradossale che si finanziano le regioni che hanno liste d’attesa con tempi maggiori”.
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