Non potevamo scegliere sfondo migliore del mare Ionio per intervistare la Presidente Regionale di Legambiente su un tema cruciale: la salute del nostro mare. Parliamo dei dati di Goletta Verde per la Calabria, e della sovrapposizione spesso impropria con i dati dell’Arpacal.
Come è andata questa stagione per Legambiente e Goletta Verde in Calabria?
Abbiamo presentato i dati di Goletta Verde durante la tappa calabrese a Palmi, a fine luglio, dopo aver effettuato monitoraggi su 24 punti lungo tutta la costa. Il 60% di questi punti è risultato inquinato o fortemente inquinato. Ci preoccupa il fatto che alcuni di questi punti siano costantemente inquinati da quasi un decennio. Un esempio è il fiume Mesima, monitorato più volte nel corso dei mesi, che continua a risultare fortemente inquinato.
È importante chiarire che non esiste alcuna contraddizione tra i nostri dati e quelli dell’Arpacal. Semplicemente, non sono sovrapponibili. I dati dell’Arpacal determinano la balneabilità delle acque, mentre Legambiente concentra i prelievi alle foci dei fiumi per individuare criticità legate alla depurazione. Siamo consapevoli che gran parte dell’inquinamento marino proviene dall’entroterra, quindi monitoriamo i fiumi come principali fonti di inquinamento.
Il bilancio di quest’anno è positivo o negativo rispetto agli anni precedenti?
C’è ancora moltissimo da fare. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi, anche grazie all’intervento della magistratura e all’azione amministrativa della Regione Calabria. Tuttavia, la situazione richiede interventi più incisivi e massicci. La questione della depurazione inadeguata ha portato la Calabria a essere soggetta a una procedura di infrazione comunitaria. Attualmente, centinaia di depuratori nella regione sono in questa procedura, alcuni addirittura dal 2004.
Nonostante ci siano stati miglioramenti, gli interventi sono ancora insufficienti sia per quantità che per qualità. Un altro problema significativo riguarda la mancanza di collettamento delle acque reflue: il 40% delle abitazioni calabresi non è collegato alla rete fognaria. C’è dunque ancora molto da fare, ma con un impegno forte e costante da parte delle amministrazioni, una soluzione è possibile.
TELEMIA