Il calendario romano contemplava un centinaio di giorni festivi (feriae, da cui il nostro ferie ) nei quali si celebravano riti religiosi spesso accompagnati da ludi( giochi) dedicati a una particolare divinità . Alcune festività erano fisse ( ferie stativae) ed erano stabilite dal calendario ufficiale dei Fasti. Numerosissime e antiche erano le feste in onore delle divinità agricole :

Robigalia il 25 aprile

La coltivazione dei cereali era fondamentale per l’economia romana : ad esempio la festa dei Robigalia , celebrata per allontanare dai raccolti una malattia , la ruggine del grano (robigo) Il 25 aprile nel bosco sagro a Robigo , al quinto miglio della via Claudia , il flamen Quirinalis ( cioè il sacerdote di Romolo – Quirino) sacrificava alla dea Ruggine un cane e una pecora , pregandola di stare lontana dai raccolti agricoli.

Floralia il 28 aprile

La festa dei Floralia si celebrava in onore di Flora , antica dea italica delle piante in fiore , che aveva anche un flamen Floralis. Cadeva il 28 aprile , nell’anniversario della dedicazione di un tempio alla dea , costruito nel 238 a.C. su prescrizione dei libri Sibillini ( come attesta Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia) I ludi Florales divennero annuali a partire dall’anno 173a.C. ( Ovidio , Fasti) e comprendevano anche dei mimi propiziatori della vegetazione .

Ambarvalia il 29 maggio

Il nome della festa deriva etimologicamente da amb (intorno) e arvum (campo) , e indica quindi le processioni votive durante le quali le vittime sacrificali erano fatte girare per i campi al fine di purificarli. In un primo momento la festa era mobile ( conceptiva) , fu poi fissata , a quanto pare , al 29 maggio . La celebrazione aveva una forma molto semplice , la cosiddetta Lustratio ( purificazione) , consistente nel sacrificio di un porco, e un ariete e un toro( suovetaurilia) , animali che, prima, erano portati in giro intorno alle messi . Nonostante la semplicità , il rito era molto antico , dal momento che è attestato anche presso popolazioni non romane.

Consualia il 19 agosto e il 15 dicembre

Queste festività in onore del dio Conso cadevano in occasione della fine del raccolto (19 agosto) e delle semine autunnali( 15 dicembre) . Conso (etimologicamente forse derivato da condere, ” conservare i viveri”) era il dio dei granai o dei magazzini dove si raccoglievano i cereali .Gli venivano offerte le primizie della terra , mentre cavalli e asini inghirlandati erano lasciati a riposo ( Plutarco , Questiones Romanae ) o secondo altre fonti , venivano fatti correre nel circo( Livio nella sua opera ad urbe condita e Ovidio nei Fasti) .

Saturnalia il 17 dicembre

Erano le grandi feste in onore di Saturno , dio della semina( da satus , semente ) Catullo ci riferisce che il 17 dicembre era la festa più solenne a amata dell’anno ( optimus dierum) : addirittura gli schiavi erano temporaneamente liberi, sull’ara di Saturno nel foro veniva immolato un porco , venivano scambiati doni, specialmente bambole di terracotta e candele di cera ed era eletto un Saturnalicius princeps , come attesta Seneca ( Apocolocynthosis ) . Nell’anno 217 a.C. la festa fu resa ancor piu solenne dall’istituzione di un banchetto pubblico ( cioè a spese dello stato) e di un lectisternium , un banchetto offerto agli dei su cuscini a loro consacrati . Nel IV secolo d. C, la maggior parte di questi riti venne spostata al capodanno , e cosi i Saturnali vennero incorporati nelle festività del Natale cristiano ( e di essi restò lo scambio dei doni)

Poi veniva festeggiata CERERE

Il 19 aprile si celebravano i Cerialia, feste religiose in onore della dea Cerere , durante le quali venivano allestiti giochi circensi, gare sportive e sacrifici rituali . Cerere , dea della messi e della fecondità della terra , era legata anche alla nascita delle stagioni. secondo il mito , infatti, Plutone , dio degli inferi si innamorò di Proserpina , figlia di Cerere , la rapì conducendola con se nel regno dei morti e la sposò . La madre per la disperazione non face più germogliare la terra , fiche Giove , per placarne l’irà , ottenne che Proserpina vivesse per una parte dell’anno ( autunno e inverno) negli inferi e la restante parte ( primavera e estate ) sull’ Olimpo con la madre . Nacque cosi il ciclo delle stagioni : ogni anno durante l’assenza della figlia , Cerere rendeva sterile la terra ; al ritorno di lei riempiva i campi di messi e d frutti.

Hodie in fundo Pomponii ritum Palilium spectaturi sumus. Palilia sunt sacrum ad honorem deae Palis , patronae pastorum : eadem colitur ut morbos hominum et animalium depellat .

Hanc pompam ducit Pomponius , qui myrto vinctus liba de milio et uvae racemos gerit ; post hunc venit filia Lydia , cum favo mellis , et tota familia . Pompam clausuri sunt servi cun porco qui in Palis ora non hostia immolabitur, sed lustrabitur. Pomponius rite , cum scacrum vinum biberit , sollemnem precationem enuntiabit ; postea ille stipulae acervos accessurus erit transilietque flammas sacras. Tunc omnes in herba discumbet et festas dapes instruent.

Tibullo-

Traduzione

Oggi nel podere di Pomponio stiamo per vedere il rito delle Palilie , Le Palilie sono la festa religiosa della dea Pale , Protettrice dei pastori : la stessa viene venerata perchè scacci le malattie degli uomini e degli animali.

Apre questa processione proprio Pomponio , che ornato di mirto porta focacce di miglio e grappoli d’uva ; dopo costui viene la figlia Lidia , con un favo di miele , e tutta la famiglia . Stanno per chiudere il corteo gli schiavi con un maiale che non verrà immolato come vittima sull’altare di Pale , ma sarà purificato . Secondo il rito , Pomponio , quando avrà bevuto il vino sacro , pronuncerà la preghiera propiziatoria , poi quello sarà sul punto di accendere covoni di paglia e salterà le sacre fiamme . Allora tutti si accomoderanno sull’erba e prepareranno il banchetto festivo.

Nel brano latino più volte abbiano incontrato il participio futuro insieme al verbo essere – L’unione del participio futuro con il verbo sum da luogo alla coniugazione perifrastica attiva- formata appunto dal participio futuro di un verbo ( derivato dal tema del supino + urus-ura- urum che unito al verbo essere concorda con il soggetto dell’azione . Essa esprime l’idea di un futuro imminente o l’intenzione di compiere l’ azione stessa- In italiano si traduce : stare per , essere sul punto di, avere intenzione di… .

Professore Vincenzo Bruzzaniti