Il gesto creativo di Dante si qualifica nella sua storicità , perchè obiettiva come arte un mondo di varia e complessa esperienza come quello medievale , attraverso risentimenti , ripulse e simpatie di una coscienza aperta a forti richiami di ordine etico e politico . Dante guarda al mondo che lo circonda dal punto di vista di un nuovo equilibrio tra l’individuo come libertà e le realtà nelle quali esso si pone e si determina ; e perciò tale mondo vuole non annullarlo ma rinnovarlo e reso vitale attraverso il prevalere di quel principio umano di giustizia , che tende inevitabilmente a divenire sempre più debole e inattivo nelle forme in cui si adagia.
Del tutto parallela a questa ripresa della coscienza , che segna il trapasso dell’età ormai , per cosi dire , formalizzata e stanca del Medioevo , a quella moderna, , preparata dalla vita comunale , si pone anche l’assunzione del volgare come forma naturale di conoscere e di comunicare rispetto al latino. Si tratta in sostanza , di un nuovo linguaggio . che consenta la parte genuina e fedele di una intimità e ricchezza di vita , per la quale il formalismo grammaticale del latino più non offriva uno strumento adeguato . E non è senza motivo che i volgari si affermino dappertutto prevalentemente come lingua di poesia , perchè solo essi si trovavano atti a esprimere la novità e spontaneità del sentimento poetico , mentre la scienza, il diritto , la filosofia, che servono alla conoscenza razionale e che si adagiano meglio in sistemi linguistici canonizzati , continuarono e continueranno a servizi del latino .Dante avvertì l’importanza del trapasso , tanto che nel Convivio si preoccupò di giustificarlo; ancor più nel De Vulgari Eloquentia , cercò di dare sul piano teorico e precettivo fisionomia a un volgare illustre , in altri termini , a una lingua d’arte . La ricerca teorica non poteva certo andare molto oltre , e si limito alla riaffermazione di un criterio di convenienza e di gusto , quale, del resto. era presente nella tradizione della retorica classica e medievale, e lo sarà poi sempre nella speculazione intorno al fatto linguistico . Ogni teoricità fu presto superata dall’impegno della creazione quando il poeta si accinse con la Commedia a dare corpo e anima a tutto un mondo , in cui confluivano , insieme , tutta la cultura del tardo Medioevo , spostata sui margini del nuovo tempo , e il pensiero , gli affetti e la fantasia di una personalità come nessuna altra forte e rilevata . In tali condizioni la lingua del poeta si forma come fatto di cultura , di ricerca e di scelta , oltre che , beninteso , come fatto poetico .
Vincenzo Bruzzaniti