Il 13 gennaio del 2018, a Crotone, Giuseppe Perretta venne raggiunto a morte da colpi di arma da fuoco. A sparare, Salvatore Gerace, di 57 anni, già noto alle forze dell’ordine, che si era convinto che Giuseppe facesse la spia sul suo conto con i carabinieri. A un anno dalla morte la madre della vittima, Katia Villirillo, che nel 2009 aveva lanciato l’associazione Libere Donne, ha scritto un testo dedicato al figlio raccolto dal Corriere della Sera.

Mio caro Giuseppe, oggi è un anno che vivo senza di te. Alle 16.15 di un anno fa ero qui a stringerti fra le braccia mentre te ne andavi. Sento come fosse adesso il calore del tuo corpo svanire, ti ho davanti agli occhi mentre — anche dopo il terzo sparo, dolorante — indicavi a Ester di salvare i tuoi fratellini. Ester, che sognavi di far diventare la tua sposa, ha dovuto vederti morire proprio come me. Ti ricordi l’ultima foto, figlio mio? Mentre la scattavo sorridevi felice in sella alla tua moto nuova. Te l’ho fatta e poi ti ho abbracciato: «Stai attento, mi raccomando. Giurami che non correrai mai», le solite raccomandazioni da mamma. Mezz’ora dopo eri per terra, fra le mie braccia. Quante volte ti avrò detto: non te ne andare, ti scongiuro non lasciarmi… Per quasi due mesi ho vissuto in una bolla di dolore che sembrava una resa, ho sentito il suono degli spari nella mia testa un milione di volte.

La donna parla dell’attenzione che ne è seguita, della reazione dell’opinione pubblica: “Mi sono sentita protetta dalla gente che ti ha amato, dall’ondata di solidarietà che ho ricevuto, da chi mi ha promesso che il tuo sacrificio non sarebbe stato invano”.

Ti ricordi la promessa che ti feci mentre te ne stavi andando? «Io non mi arrenderò», ti dissi. E non l’ho fatto, amore mio. Ho riaperto il centro e sto facendo tante cose per te. Sto raccogliendo firme contro gli sconti di pena nei casi di omicidio, non voglio ritrovare il tuo assassino dietro l’angolo fra pochi anni. Io e le persone che ti hanno voluto bene stiamo per aprire un’associazione a nome tuo per aiutare i giovani, proprio come volevi tu. Sto organizzando un concorso letterario che porterò nelle scuole e si chiuderà con un premio per la legalità che avrà, anche quello, il tuo nome. Vedi, amore mio? Io cerco di resistere e non mi arrendo. Ma sapessi com’è dura… E intanto è passato un anno e la tua assenza è qui, ogni giorno più presente.

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