La Giustizia a ROMA, analisi e ricerca a cura del professore Vincenzo Bruzzaniti
Cicerone difende Milone dall’accusa di omicidio di Clodio , ma, spaventato dalle intemperanze dei clodiani, pronuncia un’orazione poco efficace , subendo uno dei suoi rari insuccessi forensi.
Romae anno quinquagesimo secundo ante Christum natum in iudicium Milo actiones causa vocatus est: capitis enim accusabatur ob P. Clodii homicidium in via Appia. Plurimi milites in tribunali dispositi erant a Pompeio consule ut tranquillitatem pubblicam defenderet. Reus a Cicerone patrono defendebatur , qui orationem disertissimam paraverat. ” sine ullo dubio causam obtenuisset, nisi terrore affectus esset” videns tribunal plenum armatis et clodii amicis tumultuantibus et minabintus . Ita verba efficaciter exprimire non potuit, et iudices suam sententiam dixerunt: Milo interdictus esta aqua et igni et Massiliam properavit.
Traduzione
A Roma nell’anno 52 a.C. Milone fu citato in giudizio per il processo : era infatti accusato di delitto capitale per l’omicidio di Pubblio Clodio sulla via Appia. Moltissimi soldati erano stati disposti nel tribunale dal console Pompeo per mantenere l’ordine pubblico. L’imputato era difeso dall’avvocato Cicerone , che aveva preparato un’arringa difensiva eloquentissima: senza alcun dubbio avrebbe vinto la causa , se non fosse stato sopraffatto dalla paura , vedendo il tribunale pieno di uomini armati e degli amici di Clodio che facevano gazzarra e lo minacciavano . Cosi non riuscì a pronunciare con efficacia il discorso , e i giudici emisero il loro verdetto : Milone viene condannato all’esilio e si recò in fretta a Marsiglia.
Nel brano troviamo il periodo ipotetico formato da una subordinata condizionale ( detta Protasi , premessa) e della sua reggente ( detta apòdosi , conseguenza)
Cicero causam obtinuisset = apodosi al Cong . ppf.
nisi terrore affectus esset = protasi Al Cong. ppf.
Cicerone avrebbe vinto la causa, se non fosse stato vinto dalla paura.
Nell’esempio compare questo periodo ipotetico indipendente con la protasi e l’apòdosi espresse al congiuntivo ppf. In tal caso il periodo ipotetico e di 3 tipo ( o dell’irrealtà ) perchè l’ipotesi formulata nella protasi è falsa , ossia non si è verificata( Cicerone in realtà fu vittima della paura). Oltre al terzo tipo dell’irrealtà abbiamo anche il periodo ipotetico di 2° tipo o della possibilità quando sia la condizione , sia la conseguenza sono poste come possibili , e il Periodo ipotetico di 1° tipo o dell’oggettività , quando si considera vera la condizione e quindi sicura la conseguenza.
In origine le norme del diritto romano erano tramandate oralmente all’interno del ceto patrizio e fondamentale era il pero della tradizione . Le prime leggi , le cosiddette leggi regie , furono codificate da un pontefice massimo di nome Papirio dopo la cacciata dell’ultimo re Tarquinio il Superbo : esse avevano contenuto religioso-sacrale e non specificamente giuridico. L’inizio della storia del diritto romano coincide con la stesura delle leggi delle XII Tavole (451-450 a. C. ) Queste leggi durarono fino all’epoca di Giustiniano ( 482-565 d. C. ) , l’imperatore d’Oriente che codificò e risistemò tutto il diritto romano nel Corpus Iuris Civilis. In età repubblicana i magistrati avevano ampio margine di discrezionalità nell’interpretare le leggi e nell’emanare sentenze. Successivamente si ebbe una grande fioritura di scritti giuridici con gli scrittori -giuristi- Una posizione di rilievo fra loro merita Gaio celebre esperto di diritto che visse tra il 110 e il 180d. C. Egli scrisse in 4 libri le Institutiones .
I processi a Roma erano di due tipi : in quelli privati si definivano le controversie tra privati e cittadini mentre in quelli pubblici si giudicavano i delitti in genere. Nel 149 a. C. vennero instituite le quaestiones perpetuae ed erano 8 :
de pecuniis repetundis = concussione e estorsione
de sicariis et veneficiis= omicidio
de peculato= furto di denaro pubblico
de ambitu= brogli elettorali
de maiestate = contro lo stato
de falso= falso in atto pubblico
de vi = atti di violenza
de sodaliciis = associazioni illegali
Il gravissimo Crimen perduellionis , delitto di alto tradimento era costantemente assegnato al giudizio dei comizi centuriati. Alla fine del processo i giudici segnavano la loro sentenza su tavolette – I simboli che potevano essere scritte sulle tavolette erano tre C = condemno . A = absolvo , NL= non Liquet , cioè non è chiaro.
Professore Vincenzo Bruzzaniti