Aristide Bava
SIDERNO E’ diventato cronico, ormai, il ritardo per il ripristino della Diga sul Torrente Lordo , una vicenda che si trascina quasi da sei anni, da quando, cioè , l’invaso che sorge in contrada Pantaleo è stato svuotato. A quel tempo sembrava che il guasto che aveva costretto a svuotare la Diga si dovesse risolvere in tempi molto brevi e con l’impiego di poco piu’ di ottocentomila euro. Invece la realizzazione dei lavori di ripristino si è protratta nel tempo e la situazione è decisamente peggiorata. Il sito pian piano è diventato un arido deserto ricettacolo spesso di spazzatura. Poi, a seguito delle reiterate proteste della stessa amministrazione comunale e dopo una serie di richieste ufficiali, finanche di interrogazioni e interventi di vario genere , compresa un satirico servizio di “Striscia la notizia” , sembrava che la situazione fosse sul punto di sbloccarsi tant’è che nell’agosto del 2017 a seguito di una visita del presidente Mario Oliverio si erano riaccese le speranze dei cittadini visto che il Governatore, a capo di una delegazione che comprendeva anche il presidente del consiglio regionale Nicola Irto verificò personalmente la situazione rendendosi conto che il ripristino della Diga era una necessità non solo di Siderno ma dell’intero territorio della Locride . Lui stesso ammise che la Diga di Siderno era giusto venisse inquadrata nel programma di rivalutazione delle Dighe presenti in Calabria finalizzate anche a contribuire a risolvere il problema della siccità. Tra l’altro in quella occasione anche il presidente Nicola Irto che, appunto, accompagnava il presidente Oliverio nel sopraluogo lungo la Diga, ebbe ad esprimere le sue perplessità sulle lungaggini che avevano accompagnato la delicata problematica dell’importante invaso ammettendo, peraltro, che dalle condizioni riscontrate era evidente che se il problema non si risolveva al piu’ presto si rischiava addirittura una chiusura definitiva dell’invaso . Sembrava, dunque che dopo quella visita la situazione si sbloccasse tant’è che venne definito il finanziamento per uno studio progettuale ( 120.00 euro a fronte dell’ammodernamento della strumentazione di controllo ( 50.000) e per lo studio geologico e geotecnico ( 70.000) indirizzato a stabilire le cause che hanno indotto la lesione . Una incombenza necessaria – fu detto – per poter procedere, di concerto con il servizio dighe nazionale, al nuovo riempimento dell’invaso. dato che era nell’aria un finanziamento nazionale di 3 milioni e mezzo. Proprio pert questo il presidente Oliverio si impegnò anche alla valutazione di arricchire il finanziamento in questione con un ulteriore intervento della Regione , Da allora il tempo è passato invano e, ancora oggi, non si sa che fine farà la Diga sul torrente Lordo . Il tutto per una semplice lesione alla canna del pozzo della camera di accesso alle paratoie. Sono in molti a chiedersi se dopo tanto tempo c’è ancora speranza che l’invaso torni a nuova vita oppure se la Diga non sarà mai piu’ ripristinata.

Nella foto La Diga ai tempi del suo fulgore