Di Giovanni Padalino
La distanza dal Duomo, nel pieno centro di Milano e il boschetto di Rogoredo, adiacente a una delle ultime fermate della metropolitana è solo di circa sei chilometri, ed è proprio in questo piccolo tragitto, che si può percorrere addirittura anche a piedi, che la vita di Milano cambia totalmente.
Da palazzi sfarzosi e storici, ai locali più prestigiosi della città, all’improvviso ti ritrovi in una zona di periferia, che appare come un mondo così nuovo e strano, tanto da non appartenere a questa città.
Proprio qui in questo boschetto, attaccato alla stazione, vicino ai grandi uffici di Sky, che tutto diventa una sorta di spazio inverosimile, vcome un luogo che prima di allora non esistesse.
Qui a Rogoredo, la vita è diversa, non è quella della solita Milano, anzi ha il senso di disperazione e di disagio.
Problematiche gravi che colpiscono tante persone, tra cui moltissimi giovani adolescenti, i quali si sono ritrovati in questa vasta radura, senza sapere il motivo, schiavi del mondo della droga.
Ed è proprio lo stupefacente, che lega tanti ragazzi giovani a questo famoso posto: spesso li vediamo con lo zaino in spalla, che camminano veloce sotto quel grande cavalcavia, ormai privi di speranza e di una certezza, con un solo motivo: la voglia di drogarsi.
Tutto questo avviene nell’indifferenza della gente, in una città dove la vita è veloce e si fa fatica a fermarsi, perché Milano è la città del business e dei grandi affari e spesso dei poveracci, quasi nessuno se ne frega.
Però per fortuna non è proprio così, perché qualcuno un sincero amore per il prossimo ce l’ha ancora, anzi c’è l’hanno: sono i volontari e gli operatori della Casa del Giovane di Pavia, che attraversano il bosco non per curiosare e giudicare, ma per aiutare chi purtroppo si ritrova in un vortice ed ha bisogno di avere la possibilità di una nuova opportunità per la propria vita.
La Comunità “Casa del Giovane” di Pavia, è un’organizzazione senza fini di lucro fondata da Don Enzo Boschetti nel 1971 per dare ospitalità ai giovani con problemi di tossicodipendenza. Oggi si presenta come realtà di accoglienza e aiuto per affrontare varie situazioni di disagio sociale, proponendo un percorso educativo fondato sui principi di essenzialità, condivisione, coerenza e responsabilità. La Comunità ha per scopo quello di “realizzare forme concrete di responsabilità sociale per tutti coloro che si trovano in posizione di disagio”, mediante la prestazione di servizi a livello preventivo, educativo, terapeutico, formativo, culturale e professionale.
Nei boschi c’è anche Simone Feder, educatore e psicologo, è coordinatore dell’area Giovani e Dipendenze della comunità, responsabile delle strutture terapeutiche, che da anni non ha mai mollato e ha cercato di aiutare tanti ragazzi in difficoltà.
Un grande impegno, che lo pisicologo della comunità di Pavia, ha voluto manifestare anche grazie ad un libro molto importante:Alice è le regole del bosco.
Si tratta di una storia vera, dove una ragazza adolescente, ormai persa nei meandri della tossicodipendenza, grazie all’ aiuto della comunità di Pavia, riuscendo ad uscire da un tunnel che sembrava non avere più fine.
Oggi alcuni di questi ragazzi che sono usciti dal bosco, hanno dato vita anche ad un documentario”scaltri ingenui” per sensibilizzare il problema della tossicodipendenza che diventa sempre più grave.
Alcuni ragazzi della comunità hanno scelto spontaneamente di condividere le loro esperienze e quello che, dopo un passato difficile e trasgressivo, stanno vivendo e sperimentando in questo cammino di cambiamento, come un’opportunità importante per poter rendere la loro esperienza un patrimonio di condivisione e consapevolezza collettiva anche al di fuori delle mura della comunità.