COMUNICATO STAMPA
Mi domando cosa induca un uomo, soprattutto un uomo che fa parte di un movimento politico e dunque si pone come punto di riferimento per la collettività, ad alimentare guerre fra poveri, ad associare in modo improvvido rivendicazioni di natura diversa e a sferrare offese false e gratuite verso una organizzazione sindacale.
Le dichiarazioni di Pietro Marcianò del M.A.P. lasciano sbigottiti perché strumentalizzano in modo becero la questione della migrazione, associandola alla emergenza del comparto sanitario in Calabria di cui la Cgil è consapevole da lungo tempo e che segue attraverso azioni di protesta e proposta con costanza e professionalità attraverso l’azione mirata delle proprie categorie.
Sul tema delle politiche per la sanità, è ben chiaro che il Sistema regionale calabrese, stretto dai vincoli del piano di rientro, non riesce a fare un salto di qualità, se non con poche eccezioni; non è in grado di garantire sostanzialmente i LEA e i LEP; genera differenze insostenibili in termini di equità fra la popolazione e di diritti sociali.
Chi accusa la Cgil di non essere operosa e presente evidentemente è obnubilato dal pregiudizio nei confronti della nostrra organizzazione, non riuscendo a rinoscere la sua inconfutabile capacità di rimanere neutrale nelle dinamiche di stampo prettamente elettoralistico nell’ambito del dibattito politico, ma costantemente attiva innanzi alle rivendicazioni sociali della collettività.
Come interpretare, altrimenti, la denuncia da parte della Cgil del logorante braccio di ferro tra il commissario Scura e i titolari dei centri privati accreditati? La richiesta ormai storica di una rinnovata attenzione per la medicina di territorio e di prevenzione, per l’attuazione della rete territoriale, per l’apertura delle case della salute finanziate da anni, per la programamzione di un efficiente sistema di sicurezza sanitaria nelle periferie?
In ultimo, la Cgil si sta battendo contro le scelte incredibili contenute nei recenti decreti commissariali come l’abbattimento dei fabbisogni stabiliti, che aumenterà ulteriormente la mobilità passiva spostando risorse economiche dalla Calabria verso le regioni del Nord, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro nelle strutture accreditate. Inoltre, in merito alle procedure di licenziamento già avviate, la sigla sindacale ne ha già chiesto la sospensione al fine di valutare l’effettiva sofferenza occupazionale derivante dai tagli denunciati, domandando la tracciabilità dei risparmi derivanti dai tagli effettuati ai centri privati accreditati e l’avvio di tutte le necessarie verifiche da parte delle Asp e delle Aziende ospedalieri calabresi sulla legalità e regolarità degli atti amministrativi e di gestione, chiamando in causa anche gli uffici dell’anticorruzione.
Ciò detto, la Cgil di Reggio Calabria – Locri si interroga sul senso dell’intervento di Marcianò, forse dettato dalla esigenza della ricerca di una visibilità a tutti i costi, facendo leva su un argomento, quello del fenomeno migratorio, che non merita di essere brutalmente sfruttato per guardare soltanto nel breve raggio delle prossime elezioni o per occupare l’agenda politica, ma che va affrontato con studio e analisi seri perché le migrazioni non si possono fermare. Non è mai stato possibile, e mai lo sarà. Chi dice il contrario è un truffatore oppure un cattivo osservatore della complessità della nostra epoca. Mantenendo fermo il dato della inevitabilità delle migrazioni, occorre un disegno per strutturarle e su questo la Cgil ha espresso abbondantemente le proprie posizioni in merito, anche auspicando una celere modifica del Regolamento di Dublino, nonché un piano concreto di sostegno allo sviluppo dei Paesi d’origine.
Nonostante le tristi vicende di cui si sta rendendo protagonista il governo italiano, la Cgil di Reggio Calabria – Locri confida nel fatto che il nostro Paese non dimentichi la propria storia di accoglienza ed emigrazione. Concludo rammentando a Marcianò che ad Ellis Island c’erano due luoghi di sbarco: uno per gli italiani e gli africani e un altro per il resto del mondo. Come è andata a finire, è storia nota.
SEGRETARIO GENERALE CGIL REGGIO CALABRIA – LOCRI
GREGORIO PITITTO