Di Giovanni Padalino – Milanofree.it
Un’opera dal carattere innovativo e coinvolgente: Angelo Lamanna, docente di Tecnologia dell’istituto comprensivo “Silvio Pellico” di Arluno, ha voluto dar vita ad una rappresentazione tridimensionale che descrive Catanzaro che adesso non c’è più.
Ben ventisette minuti in 3D danno vita ad una città che nel passato aveva tantissime opere andate perdute per vari eventi.
Il suo scopo principale è quello di far vivere ai più giovani una città ricca di storia, arte e cultura, a cui l’esperto insegnante architetto calabrese e molto legato.
Un mondo perduto che attraverso la progettazione, mettono in rilievo un percorso ricco di architettura sia del presente che del passato.
Professor Lamanna, un’opera molto bella quella che ha realizzato, risultato di tanto lavoro e grande competenza. Perché ha deciso di fare tutto questo?
Da sempre ho avuto la passione per tutte le forme del disegno compreso il disegno tecnico. Mi ricordo che il mio primo rilievo fu quello della casa dove abitavo. Lo feci all’età di otto anni con un una rullina metallica da tre metri. A questa passione iniziale si è sovrapposta la passione per la storia sia locale che nazionale e la scoperta di essere portato per la logica matematica con particolare attitudine verso la geometria e la programmazione. Così mentre alla televisione seguivo in tenera età la fuga dei soldati statunitensi da Saigon con lo stesso interesse seguivo le vicende tutte catanzaresi dell’abbattimento degli edifici storici lungo “lo stretto” del Corso e da li a spaziare su altre vicende storiche cittadine come il crollo del muraglione del S. Giovanni e la demolizione dello storico Teatro Comunale chiamato affettuosamente da tutti il piccolo San Carlino per la presunta somiglianza col teatro San Carlo di Napoli. Tutto è iniziato così in quegli anni da una foto del Teatro appesa nella sala di attesa del medico di famiglia. Foto che mi portava a viaggiare con la mente e ricostruire il tutto col pensiero quando passavo accanto al Palazzo delle Poste sul luogo dell’antico Teatro ottocentesco ancor prima di aver imparato le tecniche del disegno. Poi i primi disegni a matita al liceo seguiti da un metodico studio parametrico all’università giusto per collaudare le tecniche acquisite. E infine usando come base la personale tesi universitaria ho passato tre anni costruendo modelli 3D in compagnia di foto di fine ottocento e inizio novecento e la totalità delle planimetrie esistenti dell’area.
Una Catanzaro del passato che ci proietta nel presente, tante le opere andate perdute. In che modo è riuscito a ricostruire?
Di base ho rilevato sul luogo tutto quello che poteva essere utile e in effetti il sistema ricostruttivo è retto da una rete di punti certi appartenenti alla chiesa dell’Immacolata e al Galluppi. Successivamente nel modello ho iniziato a colmare i vuoti con gli edifici demoliti ricercando quei punti certi nelle foto dove erano presenti sia gli edifici demoliti, sia quelli esistenti. In alcuni casi ho usato la tecnica detta ricostruzione prospettica ovvero l’operazione inversa che si fa nel passaggio da un disegno preparatorio alla realizzazione di una prospettiva. Sono andato pure alla ricerca di elementi seriali che ho rintracciato in altri edifici e quindi misurabili dal vero ma presenti anche nelle foto. Questa ricerca mi ha portato a uscire dall’ambito catanzarese ed approdare anche ad Ortigia di Siracusa in Sicilia. Tutto ciò mi ha portato a passare intere notti ragionando su misure dall’ordine di pochi centimetri.
Lei è un architetto e soprattutto un docente. Quanto è importante insegnare l’utilizzo del 3D?
Ogni anno do la possibilità ai miei studenti delle prime (ragazzi di 11 – 12 anni) ad approcciarsi per la prima volta al disegno CAD mai trascurando il tradizionale disegno tecnico su carta. Ho constatato che questo doppio approccio manifesta i suoi benefici al di fuori dal’ambito prettamente del disegno tecnico affinando quella sensibilità nella percezione spaziale utile in tutte le materie scientifiche. Il disegnare in 3D non vuol dire solamente usare dei comandi per fare linee o volumi ma principalmente vuol dire anche progettare una strategia di disegno per arrivare ai risultati voluti. Quindi l’importanza di far disegnare al computer i ragazzi in tenera età non è quella di realizzare disegni ma di stimolare tutti quegli aspetti formativi che avranno una inconsapevole ricaduta positiva su tutte le altre attività scolastiche e non.
Che effetto hanno avuto i suoi studenti nel momento in cui hanno visto il suo lavoro?
I ragazzi il più delle volte sono inconsapevoli del momento che vivono o di ciò che vedono. Sembra che tutto gli scivoli addosso banalmente e quindi non mi aspetto mai sguardi meravigliati. C’è però una classe che mi ha fatto compagnia durante la realizzazione del modello CAD. Questa proveniva dall’Asilo d’Infanzia Guglielmo Pepe che nel 1898 aveva allestito una recita di beneficenza al Teatro Comunale. Per tre anni ho immaginato cosa questi bambini di fine ottocento avessero provato a salire su quel palco osservando la platea e i palchi gremiti di persone e io nel tempo trascorso a scontornare le loro immagini mi sono a lungo soffermato sui loro sguardi che rivedo tutti i giorni andando a scuola.
Sta lavorando su qualche nuovo modello?
In questi anni ho guidato i miei studenti nel ridisegno in 3D di alcuni portali storici di Arluno, cittadina dove da quattro anni lavoro come docente di Tecnologia. Qualche anno fa come attività personali ho realizzato, ma mai pubblicato, il modello del Foro della città greco romana di Scolatium mente ora sto organizzando le informazioni fotografiche e planimetriche di altri manufatti catanzaresi mentre sto ultimando il libro legato al filmato pubblicato.
Lei per lavoro ha dovuto lasciare la sua amata città e la sua bella regione, ricca arte cultura e mare. Cosa rappresenta per lei Catanzaro?
Ho sempre vissuto la mia città e il territorio circostante come se fosse la mia casa. Un luogo da osservare intimamente come se fosse la prima volta, da guardare con perizia per cogliere ogni minimo cambiamento, un luogo da riscoprire di continuo, un luogo per cui vale la pena dedicarsi solo perché lo si ama come si amano i propri cari.
Link del filmato: https://youtu.be/1XEzVsda5jk