Un progetto all’avanguardia, concepito per essere un punto di riferimento per il Corpo Forestale dello Stato, è oggi simbolo di abbandono e dimenticanza. La caserma situata in Contrada Puccio, Gioiosa Jonica, doveva essere una delle strutture più moderne del Sud Italia, con tanto di servizio elicotteri. Questo sogno nacque dalla visione e dall’impegno dell’Ingegnere e Generale Vincenzo Caracciolo, figura di spicco della Calabria, ricordato come uno degli uomini più integri e capaci che la regione abbia conosciuto.
Posta in una posizione strategica, con una vista panoramica a 360 gradi sulla vallata circostante, la caserma è stata esposta per anni alle intemperie senza mai mostrare segni di cedimento. Solida, asciutta, priva di macchie di umidità sia al piano terra che al secondo piano, la struttura sembra ancora resistere alla prova del tempo. Eppure, è come se fosse invisibile agli occhi delle istituzioni. Mille sollecitazioni sono state inviate nel corso degli anni, ma niente si è mosso. A tratti, si è intravista la speranza che l’edificio potesse essere consegnato al Comune, ma poi tutto è tornato nel silenzio.
“Non possiamo arrenderci,” scrive Vincenzo Logozzo, che nei suoi frequenti sopralluoghi documenta lo stato della struttura, accecato dalla “bellezza-bruttezza” di un’opera che sembra gridare per non essere dimenticata. Logozzo ha scattato l’ennesima foto della caserma, nel caldo tramonto calabrese, come se quella costruzione gli parlasse, invitandolo a non demordere.
L’intenzione ora è di andare fino in fondo, segnalando ancora una volta al Ministero dell’Interno questa situazione incresciosa e coinvolgendo le televisioni nazionali, affinché programmi specializzati possano portare alla luce questo esempio emblematico di incompiutezza all’italiana.
La caserma di Gioiosa Jonica, che avrebbe potuto rappresentare un presidio importante per la tutela del territorio, rischia di morire così, tra il silenzio delle istituzioni e l’indifferenza generale. Ma ci sono ancora persone come Vincenzo Logozzo, determinate a non lasciare che il sogno del Generale Caracciolo si trasformi definitivamente in un relitto abbandonato. “Non deve morire così” è il grido che risuona ancora, forte e chiaro, in attesa di una risposta.