Premetto che non ho mai nutrito particolare simpatia nei confronti dell’uomo.

Lo trovavo sempre e comunque fuori luogo e, tuttavia, sopra le righe come quando esortó gli avversari a smetterla di chiedergli di andarsene a casa perché lui, di case, ne aveva venti e aveva l’imbarazzo di quale scegliere.

O come la volta in cui diede della “culona” alla Merkel, quell’altra in cui le fece “cucù” uscendo da dietro una colonna e quell’altra ancora in cui la costrinse ad attendere che lui smettesse di parlare al telefono.
Con chi non è dato sapere.
Votando per MSI e AN, ho contribuito, mio malgrado, al suo successo politico e mi sono mangiato i gomiti il giorno del famoso “Che fai? Mi cacci?” rivoltogli da Fini.

Ho provato disagio quando, alla trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro pulì con il fazzoletto la sedia sulla quale era stato seduto Marco Travaglio e vergogna di fronte alle leggi ad personam fatte approvare dalle sue maggioranze per tutelarsi contro i processi nei quali era imputato.

A torto o a ragione non si sa ma sempre o quasi per l’intervento, volta per volta, delle ricorrenti prescrizioni a causa ora del decreto Biondi, ora delle varie leggi Cirami o Cirielli o Frattini, o Gasparri 1 e 2, ora dei lodi Alfano o Maccanico-Schifani.

Non parlo del bunga-bunga perché guardare sotto le lenzuola altrui è uno sport che non mi procura particolare eccitazione.

Tutto questo detto, devo obiettivamente riconoscere, però, che nei confronti del politico Berlusconi c’è stata una veemente e continua aggressione di cui non si trova riscontro nella storia del nostro Paese.

Una coalizione che nemmeno la Lega Araba contro Israele e che, come la Lega Araba, ha conosciuto sonore disfatte.
Questo non alleggerisce il peso delle colpe di Berlusconi, semmai, amplifica l’indecenza dei comportamenti e dei commenti dei suoi denigratori all’annuncio della sua morte.
Dai crucifige ai magnificat il passo è stato brevissimo.

Il sentimento dilagante non è più l’odio viscerale che gli è sempre stato riservato e riversato addosso ma la contrizione.
Sembra improvvisamente di assistere alla riscrittura della carducciana quercia caduta: la gente dice or vedo era pur grande, la gente dice or vedo era pur buono.

Anche Furio Colombo, finanche, anzi, Furio Colombo il cui veleno è più letale di quello della vipera di Russell ha tenuto un profilo basso e ha usato parole di umana carità nell’accezione di Paolo di Tarso.
Roba da vomito.
L’unico che ha veramente avuto rispetto della sua dignità e della memoria di Berlusconi è stato De Magistris il quale, coerentemente, ha detto che il fatto che sia morto non cambia il suo passato.
Nessuno, invece, che abbia scelto di tacere e di elevare al Cielo una Preghiera per la sua anima: -. . . Fuor della vita è il termine del lungo tuo martir . . . –

Sergio Salomone