Oggi si va di morzéju, niente bruschetta.
Panza mia fatti capanna.
Domanda: l’intera stampa italiana è davvero libera?
Siamo sicuri che i nostri media, piuttosto che agli interessi di chi li edita, abbia a cuore la verità delle notizie che diffondono, che interessi loro veramente di mettere la notizia nuda e cruda a disposizione di chi la recepisce rassegnandosi a correre il rischio che questo “pericoloso intellettuale” la elabori a modo suo magari facendosi un’idea che vada in tutt’altra direzione degli interessi di chi “ci mette i pícciuli”?
Dai, non prendiamoci in giro, non ci credete nemmeno voi.

Ma, se pensate il contrario, fatevi urgentemente vedere da uno che sia molto bravo perché avete seri problemi in fatto di capacità cognitive.
Vediamo: secondo voi, la Repubblica, la Stampa, Huffington Post, il Piccolo, Radio DJ, Radio Capital, a chi appartengono?
Ve lo dico io, al Gruppo GEDI di proprietà di EXOR, che ha sede in Olanda per pagare meno tasse, ed è controllato dalla famiglia Agnelli per il tramite di John Elkann nipote prediletto dell’Avvocato.
Questi sono, oltre tutto, proprietari di FCA (già FIAT), Juventus e, udite udite, di IVECO DEFENCE VEHICLES industria che produce mezzi militari pesanti (carrarmati compresi) che vengono venduti in Italia e nel resto del mondo.
Continua . . .
Sapete chi è il proprietario di il Sole 24 Ore?
Confindustria. Sentita mai questa parola?
E il Messaggero, il Mattino di Napoli, il Gazzettino?
Della Holding di Gaetano Caltagirone.
Una SpA con interessi nel campo delle costruzioni che ha acquistato Cementir al tempo (1991/92 mi pare) in cui lo Stato svendeva i suoi gioielli di Stato -non è chiaro se per fare veramente cassa o favori agli amici- e con ampia partecipazione in Assicurazioni Generali.
Il Tempo e Libero, invece, sono di proprietà di Tosinvest facente capo alla famiglia Angelucci con ingombranti interessi nella Sanità nazionale.
Della stessa proprietà faceva parte, prima che fosse ceduto ad Alfredo Romeo coinvolto nell’affaire CONSIP con il padre di Matteo Renzi, il Riformista diretto dal supergatantista Sansonetti che va per televisioni a difendere l’indifendibile.
Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport sono cosa di Cairo editore proprietario di la7, il network che spara a palle incatenate e a prescindere (Merlino, Panella, Formigli, Floris) contro la Destra al governo.
Dei giornali di nicchia non dico.
Di Berlusconi con tutta la sua flottiglia -il Giornale, Mondadori onnicomprensiva di Rizzoli e Einaudi, Fininvest e Mediaset (qualcuna anche con sede in Olanda) sappiamo già tutto.
È portante sapere a parte che il colosso nazionale dell’energia, ENI, è proprietario dell’agenzia di stampa AGI.
Le agenzia di stampa, per chi non lo sapesse, sono quelle che forniscono le notizie ai mezzi di informazione che poi le diffondono.
Dimenticavo il Domani di De Benedetti  artefice della rovina di Olivetti che era, anche senza forse, la più avanzata azienda nel campo dei computer.
Alla luce di quanto sopra, allora, c’è davvero qualcuno che pensa che gli Agnelli, i Caltagirone, gli Angelucci, i De Benedetti, Confindustria, i Cairo non si servano delle loro propaggini cartacee o televisive per portare avanti le istanze che più li avvantaggino?
Davvero c’è chi scommetterebbe che questi non scelgano i giornalisti in base alla loro disponibilità ad assoggettarsi alla linea editoriale o, peggio, non li tengano al guinzaglio?
-Sei dei miei? Bene.
No? Aria.-
A me non viene da credere.
Dovessi sbagliarmi, non dite che non vi avevo avvertiti.

Sergio Salomone