Francesco Vissali, un artista italiano che da più di quindici anni conduce ricerche sul famosissimo pittore olandese Piet Mondrian -quello dei quadri con tante strisce e quadrati colorati, per intenderci- ha scoperto che uno dei tanti quadri dell’artista, intitolato New York1, già dalla sua prima esposizione al Moma, il Museum of Modern Art di New York, è stato appeso nei musei di tutto il mondo capovolto.
Il sotto sopra e sopra il sotto.
Nessuno se ne è mai accorto prima e, a dire quanto sia possibile, al contrario della credenza generalizzata, che raglio d’asino salga al cielo e diventi definitivo esempio di bel canto, nessuno pensa di collocarlo nella posizione originaria “a evitare che il quadro ne risenta”.
E non domandatemi cosa significhi.
Non voglio apparire sacrilego e, men che meno, non intendo screditare i vari Argan (non quello dell’olio per capelli), Sgarbi e compagnia cantante i quali, anche su una crosta o su una tela squarciata o nella merda d’artista, riescono a vedere “l’anima dell’autore” ma, sta di fatto, che io sono stato ammesso agli esami di maturità classica con la votazione del nove in Storia dell’Arte per avere detto durante una interrogazione che la Gioconda, per via del suo sorriso, mi dava l’idea d’essere una donna di facili costumi.
Passare per esperti sparando cavolate in campi in cui l’opinione può diventare regola per assenza di regole può essere cosa possibile ma il rischio del ridicolo è dietro l’angolo.
In proposito mi sovviene di quell’intenditore di vini, si fa per dire, che al ristorante fece riportare indietro dal cameriere una bottiglia perché quel vino non era buono.
Il cameriere in cucina svuotò parte del contenuto della bottiglia e aggiunse in sostituzione acqua del rubinetto.
Quando la portò al cliente e questi ebbe assaggiato l’intruglio: -Questo si- disse -che è sangue di Cristo!-
Meditate, gente, meditate.
Sergio Salomone