I miei fratelli erano e avevano amici fuori dal comune.
Così, almeno, apparivano agli occhi di un ragazzino che guardava a loro come a qualcosa di trascendentale.
Avete presente i personaggi del film Poveri Ma Belli?
Ecco, erano tutti giovanotti di quella pasta.

Ognuno aveva una caratteristica che lo rendeva unico e ognuno contribuiva con la sua unicità non ricercata a rendere unici i fatti di cui erano attori.
Gigi, Ciccio, Tatà, Gianni, Ernesto, Lucio, li ricordo con una nitidezza che sorprende anche me.
A quell’epoca i piccoli non avevano cellulari sui quali perdere la vista E IL TEMPO.
I piccoli giocavano per strada guardandosi attorno, sperimentando la vita e pagando il prezzo delle loro scoperte a suon di sganassoni al rientro a casa.
Tutti i giorni e più volte al giorno.
Benedette quelle mani e i loro proprietari!
Giusto per dire quale fosse il Mood della combriccola dei miei fratelli e senza volere essere nostalgico (rischierei, altrimenti, di passare per fascista) Tatà aveva l’abitudine di giurare “sup’a l’ossa du nonnu” e Gianni, quando toccava a lui giurare, giurava “sup’a l’ossa du nonnu . . . ‘i Gatànu” (Tatà).
Totò e Peppino hanno imparato da loro, mi sa.
Io non ho conosciuto il nonno di Tatà, non sono tanto vecchio, ma giuro ugualmente su di lui che non capisco il perché di tanto accapigliarsi a proposito del decreto sui rave party.
Ci fossero stati al tempo della mia fanciullezza, probabilmente ci sarei andato anche io.
Con gli occhi gonfi e senza denti e tutto incerottato ma, ripeto probabilmente, ci sarei andato.
Purtroppo me li sono persi e, siccome mancano alla mia lista di stupidaggini, mi domando perché privare i contemporanei di poterli avere nella loro.
I grandi pensatori di questo nuovo millennio si stracciano le vesti e si strappano i capelli perché viene messa in discussione la libertà di associazione e, se lo dicono loro sarà anche vero.
Perciò lasciamo ai nostri figli e nipoti la libertà di organizzare rave non autorizzati, di stripparsi e di morire durante, di impedire che chi non è dei loro possa tenere conferenze nelle università.
Lasciamo che manifestino contro un governo prima ancora che il governo sia formato.

Facciano il cavolo che gli pare.
Lasciamo che continuino a farsi del male, come diceva Nanni Moretti.
Io, se i miei figli volessero andare a un rave party -periodo ipotetico di terzo grado- (e sono grandicelli da parecchio) certo che ce li lascerei andare.
Con gli occhi gonfi e tutti incerottati.
Perché io alle buone vecchie tradizioni sono affezionato e non rinuncio a cuore leggero.

Sergio Salomone