Non mi illudo che all’origine della lettera scritta dal presidente del CODACONS Carlo Rienzi alla Rai nella quale chiede di interrompere senza attendere il 30 giugno il rapporto di collaborazione con Lucia Annunziata perché, stando alle dichiarazioni della giornalista, lei non apprezza niente dell’operato del Governo in carica e, quindi, si sarebbe interrotto il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e prestatore d’opera, ci sia il nascere di una nuova coscienza nazionale.
Sono lontani i tempi in cui Astolfo volava sulla luna in groppa all’Ippogrifo per recuperare il senno di Orlando Furioso e non è sufficiente la rondine rappresentata da questa lettera per pensare che una nuova primavera si stia affacciando sul mainstream italiota come se ci stessimo svegliando finalmente dal sonno della ragione che, come nel dipinto di Goya, genera mostri.
Meglio di niente, tuttavia, é.
Mezz’ora in Più va ormai avanti dal 2005 ed essendo da allora passati i governi Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte uno e due e, infine, Draghi, la nostra Lucia sta candidamente ammettendo che in tutti questi anni ha di fatto schifato il 26% degli Italiani che Fratelli d’Italia rappresenta.
Apro un inciso su questo dato: in considerazione della bassa affluenza al voto nelle elezioni dello scorso 25 settembre che si è fermata al solo 63,91%, tutti i commentatori “de sinistra” si affannano a ripetere che il governo Meloni non ha una ampia base di consenso popolare che lo legittimi.
Come se tutti, proprio tutti, quelli che non sono andati a votare fossero contrari al governo in carica.
Vorrei, molto modestamente, far presente (ariecco i conti della serva!) che, se per assurdo, spalmassimo sul 36,09% degli astenuti le stesse percentuali di voto di chi a votare c’è andato, il consenso globale di FdI varierebbe addirittura in meglio.
Avanti con la proporzione matematica chi volesse provare per credere.
Tornando ad Annunziata, la capisco: viene da Telekabul di Alessandro Curzi, è abituata a prendere a pesci in faccia nella sua trasmissione chi non è allineato al suo pensiero -che Deve essere dominante, come insegnano Santoro, Formigli, Floris, Giannini, Gruber ecc- tanto da non trattenere la rabbia e sparare un sonoro “cazzo” in piena fascia protetta contro la ministra Roccella.
Si chiama frustrazione.
Un sentimento a lei e ai suoi soci sconosciuto tanto più quanto più a lungo hanno approfittato di un privilegio ingiusto.
Come quello di impedire a chi dissente di esprimere il proprio pensiero senza per questo essere accusati, secondo il loro folle modo di vedere, di volere provocare.
Salone del libro di Torino docet.
Alleluja.