R. e P.

Nessuno mi toglie dalla testa che in Italia l’informazione stia diventando vieppiù drogata.
Vieppiù è un’aggiunta dell’Intelligenza Artificiale.

Per informazione drogata intendo l’utilizzo del metodo che si fa nei talk delle nostre televisioni tendente a far passare per pensiero generale idee e scelte urlate da pochi agit prop ideoligizzati e, talvolta, prezzolati centellinando o, peggio, tacendo quelle dei molti che silenziosamente pensano diversamente.
La parte per il tutto come nella figura retorica nella cui spiegazione non mi avventuro.

Prendiamo a esempio la7 nei cui programmi i vari Floris, Gruber, Merlino, Panella, Formigli, De Gregorio ospitano compulsivamente scudieri a gettone del calibro di Giannini, De Angelis, Braidotti, Travaglio, Colombo, Cuzzocrea e tanti altri: se un rappresentante del governo dice parlando in ascensore con il portiere o in un qualunque convegno che le famiglie unigenitoriali costituiscono un motivo di disagio per i figli -GIUSTO O SBAGLIATO CHE SIA e, comunque, da dimostrare non più del suo contrario- subito il fuoco incrociato di una ridda di filmati che mostrano contestatori “convenuti dal monte e dal piano” (magari con mezzi messi a disposizione da sindacati, partiti e associazioni con pranzo al sacco gratuito) e di interviste accuratamente fatte solo a chi supporta le ragioni che di vuole fare passare per buone.
Ne consegue che a chi guarda la trasmissione giunge un messaggio per il quale quella è la morale comune e chiunque sia di diverso avviso è fuori dalla normalità.

Stesso ragionamento vale per quanto riguarda le posizioni del governo sui migranti o sulla politica economica o sulla riforma della Giustizia.
Tutte le volte tutte viene data voce e rilevanza esclusiva alle campane della minoranza attivista che fa parte di una minoranza politica in parlamento con l’intento di dimostrare che il Paese va da una parte diversa rispetto a chi le elezioni le ha vinte democraticamente.

Ma, si sa, per qualcuno la democrazia ha valore solo se decide pro domo di chi la titilla.

Non discuto la legittimità di battersi per le idee nelle quali si crede e sono, per averlo appreso leggendo Nietzsche, che non per forza novantanove che la pensino allo stesso modo abbiano ragione rispetto all’uno che pensi in maniera contraria.
Galileo, d’altronde, fu condannato e costretto, nonostante avesse ragione, ad abiurare le sue teorie.
L’ultimo esempio del trend di cui dicevo è un servizio che si opponeva al ponte sullo Stretto.
Teorie geovulcanologiche e architettoniche enunciate da esperti, o spacciati per tali, che ne sconsiglierebbero la realizzazione, forbite dissertazioni in campo economico-finanziario con tanto di cartelli chiamati dal conduttore, analisi di flussi e rapporti costi-benefici.
Il tutto condito con interviste a quisque de populo partecipanti a una manifestazione No Ponte a Messina.
Dico e, poi, mi taccio: ma davvero questi quattro parolai pensano d’indirizzare il consenso in una direzione o nell’altra, pensano di avere a che fare con deficienti ai quali mettere la sveglia al collo?
Ho sentito una volta qualcuno dire: -Si saparrìanu cu cui ndannu a chi fari, nci tremarrìanu i pantaloni.-
C’è bisogno di traduzione?

Sergio Salomone