Abubakar Soumahoro: radicalità posturale.
Piazza Pulita 24 nov 22

Chi ha memoria (la mia, ahimè!, è un lontano ricordo) ricorderà una pubblicità della Telefunken nella quale qualcuno diceva “Potevamo stupirvi con effetti speciali ma noi siamo scienza non fantascienza”.
Sicuramente se ne è ricordato ieri sera a Piazza Pulita, la trasmissione condotta da Corrado Formigli su la7, Aboubakar Soumahoro il quale, alla domanda del conduttore se ritenesse conclusa la sua esperienza politica a causa del pasticcio giudiziario nel quale sono coinvolte moglie e suocera, ha usato nella risposta l’espressione “la mia radicalità posturale” di fronte alla quale non c’è effetto speciale che regga il paragone.
E, siccome anche in un’altra occasione l’ho sentito utilizzare frasi che richiamano la retorica dannunziana e, ancora siccome, alle domande del conduttore se fosse al corrente degli impicci gestionali oggetto delle indagini della procura di Latina a carico delle due donne sopra citate, non ha fatto che ripetere -sdigumàndoci i cosiddetti fino allo sfinimento- che la sua colpa era di essere stato superficiale a non indagare a fondo sulle cause all’origine di quell’inchiesta e nient’altro che chiarisse la sua posizione se non un generico “chi ha sbagliato pagherà”, io a Abou, come lo chiamano affettuosamente i suoi sponsor politici De Magistris e Bonelli, vorrei domandare: -Ma tu, Abou, ci sei o ci fai?
Veramente credi di rovesciare la Storia e invertire i ruoli rispetto a quando i bianchi credevano di mettervi la sveglia al collo?
Veramente, con i tuoi artifici linguistici nulladicenti, credi di potere mettere quella sveglia al collo di chi ti ascoltava ieri sera?
È vero, non sei indagato.
Col pasticciaccio brutto delle cooperative di tua suocera non c’entri (penalmente) niente, almeno al momento, ma tu non eri di quelli che dicevano ( giustamente e io ne sono convinto) che Berlusconi non poteva non sapere?
Tu davvero non vedevi i cartellini dei prezzi degli abiti e delle valige e delle borse e delle scarpe di tua moglie firmati?
Tu mi vuoi convincere di essere convinto che avesse fatto un terno al Lotto?
Realmente e non come la moglie di quel siciliano della barzelletta che, al marito che le domandava come avesse acquistato i gioielli, la casa, la macchina ecc, rispose: -Fu Tenno, marituzzu miu.-
Andiamo, Abou, il tuo nome in arabo significa “padre” ed è l’espressione con la quale le religioni monoteistiche si riferiscono a Dio.
Porta rispetto a quel nome, almeno, se proprio non vuoi averne per la nostra intelligenza.

Sergio Salomone