La frase originale sarebbe: -Vicisti, Galilaee!- nella quale il Galileo nominato  non è lo scienziato pisano ma Gesù Cristo. Sarebbe stata pronunciata in punto di morte nel 363 dall’imperatore romano  Giuliano l’Apostata come estrema resa alla religione cristiana dopo avere tentato in tutti i modi di ostacolarne la diffusione nei territori dell’Impero.

Una cosa così con le dovute proporzioni per la statuta del protagonista si è verificata ai giorni nostri.
Conoscete tutti Vittorio Feltri e ricordate le sue continue contumelie contro i Napoletani.
Bene, il Nostro ha scritto un gran bell’articolo sul quotidiano Libero, di cui è non so che direttore, nel quale dice che un napoletano gli ha svelato il segreto della felicità.
Il napoletano in questione è il docente Gianni Lepre autore del libro “Con il Sole di Napoli negli Occhi. Le Radici di un Sogno”.
Per sommi capi, scrive Feltri: -Ci sono tantissime affinità tra due persone nate e vissute in realtà lontane e diversissime tra di loro.- il che è già una sconfessione di un intero percorso di vita.
E, ancora: -Nonostante queste diversità, Gianni e io abbiamo saputo reagire alla stessa maniera agli schiaffi che la vita ci ha dato e coltivare la mentalità secondo la quale importante non è raggiungere una meta ma avere una meta da raggiungere.-
Riconoscendo, così, a chi non è nato e non è vissuto a Berghem una mentalità che, fino a ieri, per Feltri era peculiarità di chi a Berghem fosse nato e abitasse.
E continua: -Ci accomunano la speranza, la passione, la volontà di farcela, di emergere, di realizzarci.
Uguali per lui a Napoli quanto  per me a Bergamo.
Con il sovrappeso per Gianni di avere perso un figlio.-
Non mi viene da credere.
Manca solo che dica la frase, ormai diventata famosa, del film Benvenuti al Sud “chi viene a Napoli piange due volte, quando arriva e quando se ne va” perché la conversione sia completa.
Non c’è che dire, Vittorio è ‘nu bravo guaglione.

Sergio Salomone