Questa la dobbiamo raccontare.
Il ministro del lavoro belga nonché sindaco di Schaerbeek -il comune che diede i natali a Jaques Brel- tale Bernard Clerfayt, commentando i dati di una ricerca secondo la quale nel Paese la percentuale di occupazione femminile è bassissima, ha dichiarato che questo fatto è dovuto alla mentalità mediterranea portata dagli immigrati marocchini e italiani che, peraltro, nell’ordine sono le comunità straniere più numerose.

Stiamo parlando di uno Stato la cui superficie è poco più estesa di quella della Sicilia, la popolazione poco più numerosa di quella della Lombardia e nel quale, nondimeno, si parlano due lingue: il Vallone e il Fiammingo.

Il secondo dei quali è un misto di olandese e tedesco.
Un bell’esempio di identità nazionale, non c’è che dire.
Secondo questo ponderoso pensatore, le donne marocchine e italiane non lavorano perché preferiscono rimanere in casa a badare ai figli e cucinare per i loro uomini.

Normalmente ci sarebbe da radere al suolo l’albergo nel quale abitano gli undici milioni di belgi ma, considerato che in Francia raccontano sui belgi le barzellette che noi italiani raccontiamo sui carabinieri, non ne vale la pena.

Giusto per gradire: un autista belga di TIR, mentre viaggia in Francia, va per fare benzina ma non può avvicinarsi alla pompa perché il suo camion è più alto della tettoia del distributore di due centimetri.
Se ne lamenta col gestore il quale gli dice che è sufficiente sgonfiare le ruote di due centimetri e il problema è risolto.
E lui risponde: -Stupido, è da sopra che non passa non da sotto.-
E ho detto tutto.

Sergio Salomone