R. e P.
Sappiamo tutti o, almeno, dovremmo sapere che la Storia la scrivono i vincitori.
È una consuetudine che c’è sempre stata ma che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ha preso sempre più piede fino a diventare regola.
E chi, come Giampaolo Panza e, prima ancora, Renzo De Felice, ha cercato di correggere la vulgata è stato fatto oggetto di violenti attacchi mediatici e ideologici e tacciato, come marchio di infamia, di revisionismo mentre, come si legge in Treccani: -In Storiografia revisionismo è la tendenza a modificare, sulla base di ricerche volte a riconsiderare particolari aspetti dei fenomeni che ne costituiscono l’oggetto, interpretazioni storiche ormai consolidate. -Vale a dire l’intento di affermare, alla luce di fatti nuovi e/o non debitamente o, fraudolentemente, non evidenziati, una verità storica che modifichi o contraddica quella fino al momento narrata. Panza, dicevamo, lo ha fatto nel suo Il Sangue dei Vinti e apriti cielo.
In tutti i libri di scuola veniva ricordato l’eccidio dei sette fratelli Cervi a opera dei fascisti ma in nessuno si faceva cenno alla strage di Argelato nella quale i partigiani della brigata Paolo trucidarono i sette fratelli Govoni.
Tutti i libri di scuola riportavano l’eccidio delle Fosse Ardeatine ma per sentire parlare delle Foibe nelle quali i partigiani Jugoslavi gettavano gli italiani, colpevoli di essere italiani, abbiamo dovuto aspettare il 2004 quando, finalmente, il governo italiano ha indicato il 10 febbraio come Giornata dedicata al Ricordo di quelle vittime.
Questo per venire al punto e per dire come la tendenza si sia estesa anche all’attualità.Nella Bruschetta di ieri nella quale commentavo i commenti benevoli post mortem nei confronti di Berlusconi da parte di chi lo aveva avversato in maniera asperrima, ho scritto che l’ex cavaliere, prima di un importante vertice NATO, incurante del protocollo, si era intrattenuto a parlare al telefono con chissà chi costringendo gli altri, fra cui Angela Merkel, ad aspettare i suoi comodi.
Questo i media avevano raccontato all’epoca e questo era rimasto scolpito.
Ieri sera, nel corso di una trasmissione condotta da Bruno Vespa, Renzi ospite in studio, che a quel vertice aveva preso parte, ha “revisionato” quella falsa verità: Berlusconi parlava al telefono con Erdogan, su espresso mandato della Merkel, per cercare (riuscendoci) di convincere il dittatore turco a non avversare la nomina di Rasmussen a Segretario Generale.
Per la parte che mi riguarda e per quanto indotto in errore da chi, per deontologia, dovrebbe informare correttamente, mi scuso.
Sergio Salomone