A questo punto sembra proprio che il passo da La Russa a la rissa sia brevissimo.
Per la prima volta abbiamo anche in Italia una donna Primo Ministro come in Norvegia, Finlandia, Danimarca e Islanda -sarebbe interessante risalire alle ragioni di questo fenomeno tipicamente nordico- e che fanno gli alleati con i quali dovrebbe costituire il governo?
Le danno filo da torcere con beghe da cortile tipiche di un manuale Cencelli che, allo stesso tempo, dicono di non volere applicare.
Uno, un quasi novantenne che del maschilismo più becero ha fatto il suo modus vivendi (ricordate? definì culona Angela Merkel), vuole mettere in un ministero chiave una donna (ohibò) che gli fa da collaboratrice h/24 mentre l’altro, un indossatore seriale di felpe d’ogni risma, pretende per sé il Ministero degli Interni sapendo benissimo che non gli verrà mai attribuito.
A meno che la leader della coalizione non decida di suicidarsi politicamente prima ancora di cominciare.
Lo dicano chiaramente che non ci stanno a prendere ordini da una donna -perché di questo si tratta a mio avviso- e si assumano di fronte agli Italiani la responsabilità delle loro prevenzioni.
Non è più tempo di fare ciò che ci conviene ma ciò che è giusto, signori.

SUPPLEMENTO FI BRUSCHETTA.

Cònstato che Marco Minniti è diventato ospite fisso di talk che si occupano dell’attuale situazione politica italiana.
Niente da dire, ci mancherebbe.
Andy Warhol l’ha detto: ognuno ha diritto al suo quarto d’ora di celebrità.
Minniti quanto chiunque altro.
Parlo di lui perché ho sempre avuto problemi a comprendere il concetto dell’acca aspirata mentre il Nostro è maestro nell’aspirazione delle vocali finali delle parole.
Vedereeeee, pranzooooo, perdinciiiiii, accipicchiaaaaa.
È un vezzo o un l’enfisema polmonare?

Sergio Salomone