Qualche giorno fa ho scritto di De Benedetti mettendo in evidenza la sua assoluta inidoneità a potersi fregiare del titolo di imprenditore illuminato.
Ho dimenticato in quell’occasione di segnalare la sfrontata supponenza del personaggio il quale tutte le volte in cui appare in video si propone come “io sono e fui”.

Identico al matto della barzelletta che aspetta con altri due ospiti del manicomio davanti alla porta dello psichiatra.
-Appena chiama il prossimo vado io perché sono Napoleone- dice il primo.
-Ma figurati, vado dentro io perché io sono Mosè, quello al quale Dio ha consegnato le Dodici Tavole-

Interviene il terzo e gli dice a muso duro: -Cosa ti ho dato io?-
Ecco, De Benedetti è uguale ma fa ridere meno.
Soprattutto se si pensa a quello che ha fatto ultimamente: ha licenziato Stefano Feltri il direttore del Domani, il quotidiano di sua proprietà perché non accettava di fare il suo lavoro secondo le direttive che egli pretendeva di dargli.
Lui, il fustigatore di Berlusconi, ha fatto quello che Berlusconi non ha mai fatto con i suoi direttori.
Ci vuole un bel coraggio a parlare di libera stampa come fa l’Ingegnere e, poi dopo, a razzolare in tutt’altro modo.
E mi vengono in mente le parole di Montanelli a commento della sostituzione alla direzione del Corriere della Sera di Giuseppe Saragat con Piero Ottone voluta dai proprietari dell’epoca: -Non si licenzia un direttore come fosse un domestico.-
Ma quelli erano tempi in cui il giornalismo era ancora una cosa seria e i giornalisti della carta stampata o delle televisioni, pur tenendo famiglia, non accettavano di farsi mettere l’anello al naso.
-Scusate- disse una volta mia madre al geometra dell’impresa edile che ci stava facendo delle riparazioni in casa il quale millantava una laurea in ingegneria che non aveva -se vi chiamo ingegnere pur sapendo che siete geometra.-

Sergio Salomone