Oggi non avevo trovato niente di interessante da commentare finché, mentre pranzavamo, in attesa del telegiornale, su una rete nazionale non hanno mandato in onda uno spot per la raccolta fondi a favore di un’associazione che si occupa dei bambini che nei Paesi sottosviluppati rischiano la cecità.

L’avevo già vista altre volte, mai mentre mangiavo e mi è passato l’appetito.
Uno dei miei figli che si occupa di queste cose all’interno dell’AIL, l’Associazione Italiana contro le Leucemie, mi dice che la cosa è studiata per avere un impatto maggiore sulle emozioni delle persone e io, se me lo dice lui, devo fidarmi.

Però un dubbio mi è sorto (a lui non l’ho detto per non dispiacerlo): -Siamo sicuri che, invece, la gente, capendo questo meccanismo, non reagisca nel senso contrario?-
Boh, siamo sicuri che la Scienza delle Comunicazioni sia veramente una scienza?

Sergio Salomone